Clima
Si abbatte un albero, se ne piantano due: così Yverdon combatte le isole di calore
Redazione
2 anni fa
La municipale di Yverdon-les-Bains Brenda Tuosto espone il progetto ‘L’Albero al Centro’ che mira a piantare 300 grandi alberi nuovi nei prossimi due anni.

Le città dell’energia devono fare i conti sempre più spesso con ciò che avviene a livello di cambiamento climatico, adattandosi alle nuove problematiche. Un esempio arriva da oltre San Gottardo: a Yverdon-les-Bains il piano direttore natura e ambiente prevede di combattere le isole di calore. Come? Piantando nei prossimi due anni 300 grandi alberi nuovi. Per saperne di più, Ticinonews ne ha parlato con la municipale di Yverdon-les-Bains, Brenda Tuosto.

Vuole spiegarci un po' meglio il vostro progetto ‘L’Albero al Centro’?”

“Da un anno abbiamo lavorato a una strategia di vegetalizzazione per aumentare la copertura verde, perché abbiamo visto che su alcune zone la temperatura poteva aumentare di oltre 8 gradi. Abbiamo quindi dovuto fare delle analisi per identificare le isole di calore e per capire dove poter piantare più alberi”.

In Ticino quando vengono abbattuti gli alberi ci sono molte polemiche perché c'è chi dice che non vadano abbattuti e chi invece sostiene sia necessario perché non sono più in salute. Voi avete adottato una strategia nuova: quando ne abbattete uno ne piantate due, è esatto?

“Sì, pratichiamo già la doppia compensazione e con questa strategia abbiamo un piano che permette di avere un terzo del territorio comunale che può essere verde. È un obbligo che ci siamo posti per avere delle città resilienti. Resilienti non solo per una questione turistica o economica, ma anche per i quartieri popolari che non hanno un giardino privato”.

Parlando di quartieri, quanto è complicato trovare spazio per nuovi alberi, dato che ci sono diversi interessi: strade per muoversi, edifici pubblici e case. C'è sempre spazio per gli alberi?

“È difficile piantare oggi. Anche se abbiamo i soldi dobbiamo agire in anticipo con i diversi servizi comunali in modo da anticipare la questione del riscaldamento climatico. Abbiamo visto che l'estate 2021 abbiamo avuto inondazioni e poi nell'estate 2022 una forte aridità che ci ha fatto perdere un centinaio di alberi. È obbligatorio anticipare questo problema”.

Ho letto nel vostro progetto che non si parla solo di alberi, bensì anche di tetti vegetali. Si sfruttano dunque anche i tetti delle abitazioni per dare nuovo e più verde?

“Sì, dobbiamo fare anche della promozione nei confronti dei proprietari privati e abbiamo dei contributi comunali che permettono di piantare sui tetti e sulla stazione di depurazione. Queste misure consentono di aiutare la biodiversità e ciò è molto importante. E se posso far passare un messaggio: ci mancano davvero i contributi federali per aiutare le città a piantare e fare progetti per avanzare più rapidamente in questo obiettivo di rinverdimento delle città”.

Lei è anche nel comitato dell'Associazione Città dell'Energia. A livello nazionale ha chiesto fondi federali per questo, ma a che punto siamo?

“Le città sono aiutate in diversi progetti di agglomerazione e di mobilità dolce come le piste ciclabili. Tuttavia, per quanto concerne la vegetalizzazione, la Confederazione è ancora un po' lenta nel sostenere le città nel fare dei progetti più compatibili per l'adattamento alla questione climatica”.