
Madre, padre, quattro figli, 25 mucche e 100 capre. Tutti loro rischiano fortemente di ritrovarsi sulla strada entro breve tempo. Si tratta della famiglia di Laura e Michele Arcioni di Bosco Gurin, che negli scorsi giorni ha lanciato l'allarme su Facebook, in quanto lunedì prossimo la Polizia si presenterà alla loro porta per evacuare le capre presenti nella stalla. E se poi non verrà trovato un accordo, anche la famiglia stessa rischia di subire la stessa sorte.
Un destino crudele per la giovane famiglia di dinamici agricoltori, che segue una lunga storia di screzi con il proprietario degli immobili, iniziata già nel 2007. A quel tempo la famiglia ricevette la disdetta anticipata del contratto d'affitto per la tenuta agricola di Bosco Gurin, ma grazie a un accordo bonale raggiunto in pretura fu autorizzata a restare almeno fino alla scadenza contrattuale, ossia il 2012.
Nel frattempo la famiglia Arcioni avviò le pratiche per costruire una stalla propria. Ma, a causa di lentezze burocratiche, a cinque anni dall'inizio della procedura la famiglia non è ancora riuscita nel suo intento. Per cui ha chiesto una proroga al proprietario. Il quale ha fatto orecchie da mercante. E quindi lunedì la Polizia giungerà a Bosco Gurin, dove attualmente ci sono 2 metri di neve, per vuotare la stalle delle capre. Primo passo di uno sfratto completo.
Grande la solidarietà suscitata in breve tempo su Facebook, e non solo. Il presidente di Agrifutura Giovanni Berardi si è dichiarato pronto a un presidio per impedire lo sfratto. Nessun segnale è giunto però dal proprietario degli immobili, che tra l'altro è l'ex presidente dell'Unione contadini ticinesi Peter Hess. Un aspetto che fa ancor più imbufalire la famiglia Arcioni. "Lui sa perfettamente cosa significhi allevare bestiame e quanto sia duro. Eppure ci vuole mandare via!"
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