
I casi di bambini affetti da disturbi dell’apprendimento sono in continuo aumento in Ticino, anche nelle Scuole medie e nelle Scuole professionali, e ciò significa “che non si è riusciti a intervenire prima”. È quanto afferma il deputato liberale Aron Piezzi in una mozione inoltrata al Consiglio di Stato.
La situazione
Ogni anno sono circa 500 le decisioni emesse, relative a misure dispensative e compensative prese nelle diverse scuole per casi di disturbo specifico dell’apprendimento. Questi bambini “necessitano spesso di terapie intensive per alleviare questo problema, attraverso quindi più di una seduta a settimana, ma attualmente riescono a farne a malapena una ogni due settimane a causa della carenza di logopedisti”. Per questa ragione questi casi vengono spesso delegati al docente di sostegno “che non è però formato per intervenire in modo specifico e mirato sui bisogni di questi bambini”.
Mancanza di una formazione
La formazione di nuovi logopedisti “è un percorso ad ostacoli che svariano dalla lingua alla burocrazia e che non rendono abbastanza attrattiva questa formazione”, prosegue l’atto parlamentare. In Ticino “non esiste una formazione specifica in questo campo che quindi deve essere svolta oltralpe”. Inoltre, “anche immaginando di attrarre professionisti dall’estero gli ostacoli non diminuiscono, perché a titolo d’esempio la formazione in Italia non è riconosciuta nel nostro cantone, essendo una formazione medico-sanitaria e non strettamente pedagogica”. Quindi il problema resta e non è facilmente risolvibile. Il percorso per diventare logopedista non è semplice, ma “questa non deve essere una ragione alibi per non aumentare le percentuali dei posti a livello cantonale. Sia per le Scuole elementari sia per le Scuole medie dove l’attrattività resta molto bassa”.
Le domande
Viene quindi chiesto al Consiglio di Stato di studiare i margini di manovra possibili a livello cantonale per aumentare la percentuale di logopedisti, e di trovare delle sinergie e delle collaborazioni con le Università d’oltralpe “per rendere maggiormente attrattiva questa professione anche a livello ticinese”. Si chiede inoltre di “trovare un percorso per attrarre logopedisti dall’estero, in particolare dall’Italia, in modo da riconoscere la professione anche in Ticino, magari inserendo un percorso pedagogico”.
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