Ticino
Servizi urbani Bellinzona: Municipio sconfessato
Redazione
15 anni fa
Dopo tre anni di battaglie legali, il Tram ha accolto il ricorso di due ex dipendenti. Martignoni: 'Il Municipio deciderà se ricorrere'

Dopo tre anni di battaglie legali, due ex dipendenti dei Servizi urbani di Bellinzona tirano un sospiro di sollievo. Il Tribunale amministrativo cantonale infatti ha accolto i ricorsi di Fausto Rossini e Michele Anelli, patrocinati rispettivamente da Rocco Taminelli e Chiarella Rei-Ferrari, annullando le misure disciplinari – sospensione dallo stipendio e dal servizio, trasferimento - inflitte dal Municipio. I giudici hanno così dato ragione a due dei quattro dipendenti della Città che nel 2007 finirono sotto inchiesta amministrativa, accusati tra l’altro di timbrature false e reiterate scorrettezze. Il Municipio è stato rimproverato per non aver rispettato le disposizioni in materia di diritto di essere sentiti. In particolare l'ex giudice e avvocato Alessandro Soldini, che ha condotto l'inchiesta per conto del Municipio, non ha mai consentito ai due patrocinatori di prendere parte attiva a tutti gli interrogatori.Ora l’Esecutivo comunale dovrà decidere se interporre ricorso al Tribunale federale. È la seconda volta, lo ricordiamo, che il Municipio viene sconfessato nell’ambito della gestione del personale. Il Tram a suo tempo diede ragione anche a Eleonora Traversi e Raffaele Paolini, rispettivamente ex direttrice ed ex direttore delle scuole di Bellinzona. Così si spiega il sindaco di Bellinzona Brenno Martignoni dalle colonne della Regione: “Soldini era un ex giudice del Tribunale d’appello cantonale. (…) siamo quindi andati sul sicuro. E infatti durante l’inchiesta si è mosso con prudenza e tatto. Ora gli abbiamo trasmesso le sentenze affinché si determini dandoci una valutazione giuridica. Immagino che ci consiglierà di rivolgerci al Tf”. Il Municipio – conclude il sindaco – poi deciderà se ricorrere". Mentre dalle colonne del Corriere del Ticino, l’avvocato Rocco Taminelli commenta soddisfatto l’esito della vicenda. “Non è mia abitudine commentare le sentenze, ma in questo caso qualche considerazione si impone per dare un po' di giustizia a due persone vittime di una procedura arbitraria e vessatoria che sono state pubblicamente messe alla berlina”. E spiega: “Purtroppo non è la prima volta che a Bellinzona si verificano delle situazioni del genere. Delle povere persone hanno vissuto due anni di calvario a causa dell'atteggiamento di chi ha condotto l'inchiesta amministrativa (prima il segretario comunale e poi l'auto proclamatosi commissario), del servizio del contenzioso e del Municipio”.

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