Ticino
"Se dopo la morte non c'è nulla, potrei anche arrabbiarmi"
"Se dopo la morte non c'è nulla, potrei anche arrabbiarmi"
"Se dopo la morte non c'è nulla, potrei anche arrabbiarmi"
Redazione
9 anni fa
Il ricordo del gigante buono, Bud Spencer. Un attore che conquistò il pubblico a suon di ceffoni

Alzi la mano chi, alla notizia della scomparsa di Bud Spencer, non ha sentito di aver perso qualcosa. I film interpretati da Carlo Pedersoli, spesso accompagnato dal compagno cinematografico e amico per la vita Terence Hill (al secolo Mario Girotti), hanno segnato la vita di molti, o addirittura di tutti gli spettatori di lingua italiana, ma non solo. Il binomio Bud Spencer e Terence Hill si è radicato nella cultura pop, restando ancora oggi vivissimo, come l’inconfondibile suono degli schiaffoni riservati agli sgherri del cattivo di turno.

I motivi del successo dei film dei due attori? Ognuno dentro di sé ha una risposta. Vuoi perché le scene delle risse erano esilaranti e al limite dell'assurdo. Vuoi perché in fondo i due protagonisti di “Altrimenti ci arrabbiamo”, “I due superpiedi quasi piatti” e “Lo chiamavano Trinità” (per citarne solo alcuni), erano veramente dei buoni, senza macchia né malizia. Capaci di veicolare nel pubblico sentimenti altrettanto limpidi. Vuoi perché quel tipo di umorismo apparteneva ai due attori, e solo a loro, rendendoli unici. Le ragioni sono svariate. Lasciamo a voi trovare i motivi di questo successo che negli anni non ha perso smalto.

Una spiegazione di carattere cinematografico ci viene offerta dal Presidente di Castellinaria Gino Buscaglia: “Il cinema ha perso un grandissimo caratterista. I caratteristi sono un elemento fondamentale dei film di genere e l’Italia non ne ha espressi molti. Fa eccezione Bud Spencer: per la statura e per le sue doti di espressività. Il bello è stato che Bud Spencer stesso ha voluto proporsi in questo modo e proporre determinati valori. Ha rappresentato questi valori positivi nei film di genere italiani. Non ci sono dubbi sul fatto che fossero positivi. Ci fu chi parlò di violenza. Ma era una violenza alla Tom & Jerry, e finalizzata al bene. Poi, diciamocelo – conclude Buscaglia – quando ce vò ce vò”.

Nella sua carriera Bud Spencer è stato ospite anche del Festival del Film di Locarno. Correva l’anno 2004 e l’attore venne invitato sulle sponde del Verbano per presentare “Cantando dietro i paraventi", film diretto da Ermanno Olmi insignito quell’anno del Pardo d’Onore. Le cose però non andarono propriamente nel verso giusto, come ci racconta l’allora direttrice artistica del Festival, Irene Bignardi: “Ricordo che in quell’occasione il nostro ufficio ospitalità ha toppato. Mise Bud Spencer in una stanza più piccola di lui. Era praticamente incastrato in questa stanza. Risolvemmo il problema, trovando una stanza più grande e lui generosamente ci perdonò”. Tutto si risolse per il meglio, dunque, e non volarono i celebri schiaffoni.

Ai ricordi delle esperienze dirette si aggiungono gli omaggi della rete che oggi ha ampiamente omaggiato un attore che, parlando della morte e fedele al suo personaggio, aveva detto: “Se dopo la morte non c’è nulla, potrei anche arrabbiarmi”.

AR

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata