
“È stato un anno complesso sia fuori sia all’interno della scuola. Pensiamo ad esempio al conflitto in Ucraina e agli allievi che abbiamo accolto”. Così si esprime ai microfoni di Ticinonews Paolino Manganiello, docente delle medie di Morbio Inferiore, in occasione dell’ultimo giorno di scuola. “Abbiamo consegnato le pagelle e anche gli studenti ucraini che sono venuti da noi hanno ricevuto un certificato di frequenza”.
Tempo di bilanci
Come ricordato dal professor Manganiello, docente di classe, oggi è il momento delle pagelle. Un ultimo giorno di scuola, dunque, all’insegna dei bilanci per tutti: per i quasi 500 allievi, di cui 15 ucraini, e per la settantina di docenti pronti a tirare il fiato dopo un anno lungo e impegnativo. “È andata molto bene, ho tutte le note sopra il 5”, dice una studentessa. “Ho la media del 5.32”, racconta un’altra. “Quest’anno ci sono state delle belle lezioni. Abbiamo studiato bene”, le fa eco un’allieva. “Poteva andare meglio” dice un ragazzo ammettendo di aver sperato “in una nota migliore a tedesco”.
Tante le sfide
Insomma, fra successi e qualche piccola delusione, anche questo intenso 2022 si chiude, scolasticamente parlando, per oltre 55mila alunni ticinesi, circa 7mila docenti e 640 studenti ucraini. Un piccolo gruppo di questi ultimi presente anche a Morbio. Una sfida, quella dell’integrazione, che per le scuole si è sommata alle complessità poste dalla pandemia. “Abbiamo fronteggiato degli aspetti che a livello pandemico duravano da qualche anno, e ad un certo punto sembrava che la situazione si stesse normalizzando. Così abbiamo tirato un po’ il fiato”, spiega il direttore delle medie di Morbio Inferiore Gabriele Magnone. Poi, però, “è arrivata la nuova organizzazione legata all’Ucraina e questo, a livello di stanchezza, ha un po’ pesato mentalmente”.
L’organizzazione
In ogni caso, sottolinea il direttore, la scuola ha risposto bene e si sta preparando, qualora il conflitto continuasse, a fronteggiare al meglio anche il prossimo anno accademico. “Quest’anno abbiamo accolto a piccoli gruppi i ragazzi ucraini, i quali sono stati inseriti nelle classi”, afferma Magnone. Nel corso della settimana “hanno avuto 12 ore di corso di lingua e integrazione. Nella nostra sede erano in 15, mentre l’anno prossimo ne avremo una ventina circa”.
Sguardo al futuro
Il futuro, in ogni caso, rimane vincolato agli esiti del conflitto, la cui risoluzione potrebbe comportare il rientro di diversi studenti. Intanto, silenti ma mai sopiti, continuano a risuonare gli echi di una pandemia che forse, più di ogni altro fattore, stanno ripercuotendosi sul vissuto degli allievi. “Vedo un livello di stress, un livello di ansia e di preoccupazione che c’è ancora e che deve scemare nei mesi”, racconta il direttore. “Penso che mentalmente i giovani siano stati provati sotto tanti punti di vista, ma credo anche che si stiano riprendendo, tornando a essere i ragazzi di una volta”.
Piccoli giornalisti crescono
I colleghi di Ticinonews hanno visitato anche le scuole elementari di Melide. Qui hanno ceduto il microfono agli studenti, che quest’anno hanno anche realizzato un giornalino scolastico, per permettere loro di calarsi nei panni di piccoli giornalisti. Gli allievi si sono così intervistati a vicenda, scambiandosi impressioni sull’anno di formazione concluso, sulle proprie materie preferite e sulla scuola in generale.
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