Ticino
Scuola, è stato un anno ricco di sfide
Immagine CdT
Immagine CdT
Redazione
3 anni fa
La pandemia e la crisi ucraina hanno condizionato la gestione scolastica, ma il bilancio è positivo. Manuele Bertoli: “La scuola ha saputo reagire in modo ottimale e raggiungere il suo obbiettivo principale”

Un anno scolastico all’insegna dell’inclusione e della socialità, ma soprattutto interamente in presenza nonostante la pandemia. Alla vigilia dell’ultimo giorno di scuola, il Cantone ha tracciato un bilancio positivo durante la conferenza stampa organizzata a Bellinzona. Ora guarda al futuro, con la sfida della scolarizzazione dei profughi ucraini.

A scuola nonostante il Covid
L’obiettivo di mantenere la scuola in presenza e nel rispetto delle misure sanitarie durante l’anno scolastico che si sta per concludere è stato raggiunto, rileva il DECS in una nota odierna. L’adeguamento di piani di protezione e la capacità di adattamento degli istituti “hanno permesso di gestire il forte aumento di casi”, manifestatosi soprattutto nel periodo tra le vacanze di Natale e di carnevale. Il successivo miglioramento della situazione epidemiologica ha poi consentito di concludere l’anno “in modo regolare e senza restrizioni”. Guardando all’autunno, l’obiettivo resta lo stesso, ovvero di mantenere una scuola sicura e in presenza, non compromettendo l’apprendimento e la socializzazione degli allievi.

Accolti oltre 630 scolari ucraini
La crisi ucraina ha sottoposto a un’ulteriore prova di flessibilità la scuola ticinese, che dall’inizio del conflitto ha accolto oltre 630 allievi ucraini. Di questi oltre centro frequentano la scuola dell’infanzia, oltre 250 le scuole elementari, oltre 170 le scuole medie e un centinaio le scuole postobbligatorie. Nella scuola dell’obbligo l’accoglienza dei profughi è stata simile alle modalità utilizzate per gli allievi alloglotti: priorità alla socializzazione e all’integrazione linguistica e culturale; promozione di un contatto diretto e personale con ogni famiglia; ricorso al docente di lingua e integrazione a supporto dei docenti. Un fattore inedito è stata la possibilità per gli allievi di ricorrere a una didattica a distanza offerta dalle istituzioni scolastiche ucraine. Per questa possibilità le sedi ticinesi hanno messo a disposizione le tecnologie e gli spazi necessari, ma sempre all’interno dell’orario e del contesto scolastico.

50 docenti in più
I numeri e l’intensità del flusso di profughi hanno richiesto comunque di ricorrere a mezzi straordinari. È quindi stato necessario potenziare il servizio cantonale di lingua e integrazione in modo da supportare adeguatamente gli istituti scolastici comunali e cantonali: sono stati assunti 20 docenti di lingua e integrazione supplementari nelle scuole comunali e 30 nelle scuole medie. Una sfida particolarmente significativa è stata l’alta concentrazione di arrivi spontanei di profughi ucraini inizialmente registrata nel Luganese e nel Mendrisiotto (più della metà degli allievi ospitati), che ha richiesto alle direzioni e agli attori scolastici locali notevoli sforzi organizzativi e alle autorità cantonali un lavoro di concerto che ha consentito di migliorare significativamente la distribuzione regionale degli allievi. “A quasi quattro mesi dall’inizio del conflitto”, sottolinea il DECS, “è possibile affermare che la scuola dell’obbligo ha saputo adempiere al suo mandato di inclusione, accoglienza e integrazione”.

Corsi intensivi di italiano durante l’estate
Durante il periodo estivo gli allievi provenienti dall’Ucraina e altri allievi alloglotti potranno accedere a un’offerta straordinaria di corsi intensivi di italiano organizzati dal DECS in collaborazione con la Fondazione Lingue e sport. Da settembre continuerà invece la loro scolarizzazione ordinaria in accordo alle procedure ordinarie di accoglienza per gli allievi alloglotti.

Postobbligatorio, i progetti per i giovani ucraini
Uno specifico programma è stato avviato a inizio aprile con l’obiettivo si sostenere la qualificazione dei giovani tra i 15 e i 18 anni residenti in Ticino, che nel loro paese frequentavano una formazione postobbligatoria (liceo o formazione professionale). Attualmente sono circa 100 i giovani inseriti nel programma, che proseguirà anche durante l’estate. A questi giovani, dopo un bilancio delle competenze scolastiche in funzione del tipo di scuola frequentata in Ucraina, viene assicurato l’insegnamento intensivo della lingua italiana, con moduli di presentazione del territorio e del sistema scolastico svizzero per favorire l’inserimento sociale e scolastico e l’accompagnamento nell’inserimento in una formazione postobbligatoria in Ticino o verso una misura di sostegno alla transizione a partire dall’anno scolastico 2022/2023. Circa un quarto dei giovani finora accolti dal programma, oltre a usufruire di lezioni intensive di italiano, è stato inserito in classi delle scuole medie superiori e ha potuto seguire parte delle lezioni settimanali.

Sempre più classi inclusive
Sul piano della promozione dell’inclusione, sono aumentate le classi inclusive nella scuola ticinese: 34 sono attualmente attive nei diversi ordini scolastici e si prevede un importante aumento che dovrebbe portare il numero totale a più di 50 unità. Queste classi prevedono un insegnamento condiviso tra docente regolare e docente di pedagogia specializzata che accompagna gli alunni con bisogni educativi particolari scolarizzati nelle classi di scuola regolare.

Il corso passerella
Per la prima volta il corso passerella “Maturità professionale/specializzata – studi universitari” si è svolto senza il vincolo del numero chiuso. Benché i risultati degli esami non siano ancora conosciuti, è possibile tracciare un primo e parziale bilancio. A luglio 2021 risultavano iscritti 132 allievi, per un totale di sei sezioni. Degli iscritti, oltre un terzo ha abbandonato il corso e si sono registrate alcune defezioni dell’ultimo minuto a prossimità della sessione di esami di fine maggio. “L’esperienza dell’anno scolastico che si sta per concludere dovrà dunque servire a elaborare dei correttivi in vista della riproposta del corso e, a medio termine, in funzione della valutazione di efficacia prevista dopo i primi due anni dall’abolizione del numero chiuso”, rimarca il DECS.

Possibili maltrattamenti o abusi
A settembre è stato attivato il Servizio di consulenza in ambito scolastico per situazioni di possibili maltrattamenti o abusi sessuali su minori. Il Servizio, nato da una collaborazione tra DECS e al DSS, è stato creato con lo scopo di migliorare la capacità della scuola di attivare azioni coordinate e interventi tempestivi a favore di minori vittime di maltrattamento da parte di genitori o di altre figure adulte di riferimento. Il Servizio mette in particolare a disposizione dei riferimenti professionali presso i quali chiedere una consulenza e con i quali potersi confrontare al fine di valutare insieme quale eventuale azione intraprendere nell’interesse del minore.

Le scelte dei giovani alla fine della scuola media
A maggio si è completata l’indagine sulle scelte degli allievi al termine della quarta media. Un primo rilevamento che sarà affinato nel tempo visto che le scelte dipendono dalle condizioni di accesso scolastiche e dalla stipulazione del contratto di apprendistato. Stando ai dati di maggio, il 43.7% degli allievi era interessato a iscriversi in una scuola medio superiore e il 49.3% era intenzionato ad iniziare una formazione professionale (fra questi il 29% nella formula dell’apprendistato in azienda e il restante 20.3% in una formazione professionale a tempo pieno). Dei 949 giovani di quarta media che vogliono seguire un tirocinio, 407 (297 ragazzi e 110 ragazze) hanno già stipulato un contratto apprendistato e 165 sono in trattativa. Nel 2021 i giovani di quarta media che volevano seguire un tirocinio erano 263.

Bertoli: “La scuola ha saputo reagire in maniera ottimale”
Al margine della conferenza stampa, i colleghi di Teleticino hanno raccolto un commento del direttore del DECS Manuele Bertoli, secondo cui la scuola ha “saputo reagire in maniera ottimale” di fronte alla pandemia, raggiungendo il suo obiettivo di mantenere le lezioni in presenza. La crisi ucraina ha poi comportato un arrivo importante di allievi. Una crisi che, ha aggiunto Bertoli, “man mano si è perfezionata e ora le cose si sono riequilibrate”.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata