Ticino
Sciolli fa il prezzo del Rivellino: “Dieci milioni”
Redazione
15 anni fa
Locarno ha stanziato 1,3 milioni per l’acquisto del Rivellino. Il proprietario Arminio Sciolli: “Offerta ridicola”

L’ex presidente del Tribunale amministrativo cantonale Lorenzo Anastasi è il mediatore incaricato di avvicinare ente publico e proprietari privati per giungere ad un accordo finanziario sulla cessione del Rivellino che soddisfi entrambi. Ma il suo lavoro sarà tutt’altro che semplice. Locarno infatti ha stanziato 1,3 milioni di franchi, la proprietà però ritiene che la cifra sia “ridicola”. Locarno ha fatto il prezzo. Silvano Bergonzoli è contrario e alcune settimane fa ha lanciato un referendum con l'obiettivo di raccogliere 1'251 firme entro il 12 marzo. E l’oste che dice? Arminio Sciolli vuole vendere? “No”. Dunque si va verso lo sfratto forzato per interesse pubblico? “Non credo proprio - prosegue Sciolli - anche perché c’è un precedente che mi dà ragione. In passato si è voluto espropriare un castello abitato e in buono stato  per farne un museo di interesse pubblico, ma il Tribunale federale non ha riconosciuto la possibilità di esproprio. Il Rivellino è un caso analogo”.Dunque l’incarico affidato ad Anastasi è una mossa inutile? “Non è detto”. Perché? Lei cosa propone?“Una società mista pubblico-privato. Una proprietà congiunta che permetterebbe al Municipio di risparmiare un sacco di soldi”. E il Municipio che ne pensa? “Non credo che l’idea piaccia, perché poi dovrebbero vedersela con me. E io voglio artisti di alto livello, non artisti di regime. La mostra di Palazzo Casorella, per empio, è umiliante. Vogliono fare di Locarno la capitale culturale ticinese con mostre del genere?”. 1,3 milioni, sono comunque soldi…“A noi darebbero 500 mila franchi, che è una cifra ridicola. Siamo delusi. Ma non per la cifra, perché comunque come le ho detto, non vogliamo vendere. Ma perché ci sembra che non siano capaci di fare un museo. E’ un problema di contenuti, non di contenitore. Questo lavoro lo sanno fare poche persone al mondo. Noi, grazie ad un team di livello mondiale, lo sappiamo fare. Il Comune invece non ne ha le capacità”.E se le chiedessi di fare un prezzo? “Difficile. Sono 20 anni che lavoriamo a questo progetto. E un’opera attribuita a Leonardo da Vinci non ha prezzo. Se dovessi decidere di venderlo da Sotheby's, tanto per fare un esempio, la base d’asta potrebbe essere di circa 10 milioni”. Dunque se dovessero offrirle 10 milioni venderebbe? “No. Cosa me ne faccio di 10 milioni? Li spendo in tre giorni a Montecarlo o alle Hawaii e poi? Io non voglio vendere, voglio lavorare. E fare del Rivellino un centro culturale di riferimento mondiale”. Qual è la sua idea? “La gente deve andare a visitare il museo come va a Gardaland. Deve anche divertirsi. Cultura, ma non solo. Nel museo, per esempio, bisogna poter bere pure un caffè, un bicchiere di vino o pranzare”.Quale l’esempio da seguire? “Non certo il Castello Visconteo che è un fiasco - conclude Sciolli - e nemmeno Palazzo Casorella che fa mostre mediocri con pittori dilettanti. E neanche Casa Rusca che è chiusa. Al pubblico bisogna saper offrire l’arte. Ci sono città, come Bilbao, che ha saputo fare una rivoluzione artistica. Ed è questo l’esempio da seguire. Per attirare il grande pubblico bisogna saper fare un discorso completo. Le faccio un esempio: il Festival di Locarno e l’Ente turistico hanno rifiutato Peter Greenaway. E questo è solo l’ennesimo scandalo culturale del Locarnese. Dunque ho deciso che quest’estate lo porto io. E sa cosa penso? Che la città nemmeno sa chi sia Greenaway. Dovesse finire, questa cultura degli appalti e degli artisti di regime, se un giorno davvero volessero fare qualcosa di culturale e costruttivo, quel giorno le porte saranno aperte”.Tiziana Zaninelli: "Prezzo ridicolo? È tutto da dimos

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