La polemica
Scalo Lugano-Agno, ATA: "Chi può permettersi un jet privato può pagarsi anche la sicurezza"
© Gabriele Putzu - Ticinonews
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Redazione
un giorno fa
Per l’Associazione Traffico e Ambiente non deve essere la collettività a finanziare i voli privati. Camponovo: "Chi usa lo scalo di Lugano-Agno - così come la scuola di volo - si assuma i costi, quei milioni meglio investirli nei treni a lunga percorrenza".

L’Associazione Traffico e Ambiente (ATA) ieri ha preso posizione in modo deciso contro il sostegno pubblico agli aeroporti regionali, puntando il dito in particolare contro lo scalo di Lugano-Agno. L'ATA appoggia infatti i tagli alle sovvenzioni per il controllo aereo e propone, in alternativa, di rafforzare i contributi destinati ai treni notturni a lunga percorrenza. Secondo l'associazione ambientalista, la Confederazione copre attualmente l'88% dei costi legati al controllo del traffico aereo per gli aeroporti regionali, un contributo che viene definito "eccessivo e non più giustificabile", soprattutto per infrastrutture come quella di Agno, oggi utilizzata esclusivamente da velivoli privati e non più da voli di linea. L'Associazione richiama inoltre l’attenzione sull’impatto ambientale dell’aviazione, che rappresenterebbe circa il 25% delle emissioni climatiche del settore dei trasporti. Per approfondire meglio le motivazioni di ATA, a Ticinonews ne abbiamo parlato con Caroline Camponovo, membro del comitato. "Noi sosteniamo questa parte del pacchetto di risparmio della Confederazione, che prevede di non più sovvenzionare questi costi legati alla sicurezza. Quei 5 milioni che ad oggi vogliono dare all'aeroporto andrebbero, secondo noi, sostenuti da chi atterra a Lugano. In questo modo l'importo milionario potrebbe venir impiegato invece per finanziare i treni a lunga percorrenza". 

Non chiusura, ma altro finanziamento

Quanto auspica ATA non è tanto la chiusura dello scalo - che per l'Associazione può continuare ad operare - bensì l'assunzione dei costi da parte dei "facoltosi" che utilizzano gli aerei privati e atterrano a Lugano. "Noi reagiamo a delle prese di posizione che lamentavano il fatto che venissero tolti soldi all'aeroporto. Ma nessuno ha mai deciso questo, semplicemente si chiede di far pagare i costi della sicurezza a chi atterra o parte ad Agno. Insomma, si tratta di persone che hanno un aereo privato o che hanno i soldi per noleggiarne uno. Anche perché ad Agno non ci sono voli di linea, quindi non c'è un servizio pubblico in questo senso. Se queste persone hanno i soldi per permettersi un aereo privato, allora li hanno anche per pagarsi la sicurezza. Io ho fatto un breve calcolo: 5 milioni all'anno sono pari a 17 mila voli nello scalo luganese, pari a 300 franchi per ogni partenza o atterraggio. La domanda quindi è semplice: volete atterrare ad Agno? Allora pagate per farlo. Perché deve essere la collettività a rimetterci? Non si sta sovvenzionando neanche un trasporto pubblico, bensì spostamenti privati".

Scuola di volo a rischio?

È però anche verso che c'è una realtà che va oltre a questi ricchi facoltosi: la scuola di volo, che potrebbe subire ripercussioni. "Noi non abbiamo fatto i conti, non so quanto costi la scuola di volo. Suppongo però che chiunque la frequenti si assuma i propri costi. L'aviazione è già esonerata dai dati sul carburante; mentre tutti noi paghiamo i dazi sulla benzina loro non pagano nulla. Quindi sono già facilitati, e non è giusto che la mano pubblica faciliti il settore dell'aviazione, che è un settore molto inquinante e che in Svizzera causa il 25% dell'impatto ambientale. Inoltre, questo settore non paga nemmeno i costi esterni che causa, ovvero il forte impatto ambientale". Oltre all'aspetto ambientale, ATA ha citato anche la concorrenza sleale, spingendo sull'utilizzo del trasporto pubblico terrestre, quindi sui treni, e chiedendo maggiore percorrenza. "Con Alptransit il Ticino si è avvicinato a tutte le città svizzere. Uno degli obbiettivi dell'aeroporto di Lugano era quello di avvicinarci alle altre città elvetiche ed europee, e lo è almeno in parte. Manca infatti la possibilità di raggiungere le città europee utilizzando i treni a lunga percorrenza notturni, che attualmente sono molto costosi e a numero ridotto. I soldi che si risparmiano non più finanziando gli aeroporti regionali si potrebbero quindi utilizzare per spingere ancora di più il trasporto su ferrovia per raggiungere le città europee", ha concluso Camponovo.