
Filtrano poche informazioni sul clima che si respira all'interno della clinica Santa chiara. I dipendenti non parlano per paura di ritorsioni, ma i sindacati ricevono telefonate di persone che descrivono condizioni di lavoro non facili. La Clinica smentisce l'ipotesi di ulteriori licenziamenti, ma il dialogo con i sindacati resta difficile. "La direziona fa muro e non riusciamo ad avere un dialogo. Siamo bloccati" ha affermato il sindacalista Ocst Carlo Vanoni ai microfoni di TeleTicino (vedi articolo suggerito).
A illustrare i rapporti tesi all'interno dell'istituto è una ex dipendente, che un anno fa si è licenziata per l'ambiente poco favorevole: "La comunicazione con la direzione era complessa" racconta l'interlocutrice a Ticinonews. "Si aveva paura di inoltrare richieste, anche quelle più semplici, e non c'era la possibilità di portare avanti progetti e proposte. C'erano pressioni psicologiche e molti limiti, anche per quel che riguarda le vacanze. Pure i rapporti erano distanti. Tra colleghi dovevamo darci del lei. Un ambiente particolare che con il tempo diventava pesante. Atteggiamenti insomma che hanno portato certe persone ad andarsene".
La nostra interlocutrice non è infatti l'unica che ha alzato i tacchi: "Una mia collega è rimasta incinta e la direzione ha imposto determinate condizioni per poter rimanere, facendo pressione. Lei ha accettato, ma dopo alcuni mesi non ce l'ha più fatta e si è licenziata".
"Anche due persone impiegate nelle risorse umane se ne sono andate" aggiunge la nostra interlocutrice, "perché era diventato troppo difficile gestire i rapporti tra la direzione e il personale".
Secondo l'ex dipendente la situazione è particolarmente difficile per quelle persone che sono in là con gli anni: "Stanno zitte perché sanno che non troveranno un altro posto di lavoro e quindi subiscono e rimangono. Io me ne sono andata, ma non per tutti è così facile".
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