
L’impero delle nevi di Giovanni Frapolli vacilla. Negli ultimi inverni la neve è mancata troppo spesso. Gli sciatori pure. I conti sono in rosso. E sul futuro della rete di stazioni sciistiche ideata dal deputato PPD pende ora anche la spada di Damocle dell’inchiesta amministrativa richiesta dal Consiglio di Stato e riguardante i contributi pubblici erogati alle stazioni invernali di Carì e Bosco Gurin. Se Airolo, Bosco Gurin, Carì e Campo Blenio tremano c’è però anche chi ride: è il San Bernardino. Un villaggio ed una stazione sciistica che stanno vivendo un periodo di grande rilancio. Un rilancio che prende slancio soprattutto grazie ai capitali investiti in Mesolcina da cordate che fanno capo ad imprenditori ticinesi. Ma andiamo con ordine. Vedendo un progetto per volta. E partendo da uno degli uomini chiave del rilancio della località sciistica mesolcinese: il gran consigliere liberale di Morcote Nicola Brivio. Con una cordata di imprenditori ticinesi ha infatti investito 10 milioni di franchi, scalati su una decina d’anni, per rilanciare gli impianti di risalita del Confin rilevandoli da un altro imprenditore ticinese: il luganese Giacomo Ghezzi. Altri 3 milioni Brivio li ha investiti nella compravendita e nella rimessa in esercizio di un albergo storico del San Bernardino: il Brocco & Posta. E altri 2 milioni di investimento sono previsti nella costruzione di nuovi appartamenti nei pressi dell’albergo. Il totale è di 15 milioni di franchi. I capitali sono al 100% ticinesi. L’imprenditore ticinese Fabrizio Scolari ha da parte sua inaugurato da poche settimane l’Aparthotel. La struttura è composta da un hotel, due palazzine abitative, un pub chiamato “Al Frac” e molto frequentato nel doposci soprattutto dai giovani ed una sala riunioni di 20 posti per meeting e riunioni. Investimento: 13 milioni di franchi. I soldi sono all’80% ticinesi e al 20% italiani. Passiamo all’Albarella. Anche il progetto di rilancio dell’albergo fa capo ad un imprenditore ticinese: Franco Bianchi. In questo caso l’investimento è di 3 milioni. Questo il progetto: rifacimento della struttura interna dell’albergo, della discoteca e del booling (che apriranno a metà febbraio). Oltre all’albergo, con un investimento di altri 18 milioni, si sta costruendo tutta una serie di appartamenti nuovi consegnabili nel 2009. In questo caso i finanziamenti – per un totale di 21 milioni - sono misti e provengono dall’Italia, dalla Mesolcina e dal Ticino.
Negli ultimi 10 anni inoltre al San Bernardino sono stati costruiti - soprattutto dalle imprese Gattoni ed Edy Toscano - circa 200 appartamenti (Condominio Moesa, Cara Mora, Zapport) per un investimento totale di circa 20 milioni. Anche in questo caso una parte dei capitali è ticinese.
E per finire il Municipio di Mesocco intende investire 2.2 milioni di franchi nel nuovo Centro Sportivo. Il progetto prevede una pista di ghiaccio artificiale che diventerà campo da tennis in cemento in estate, nuovi spogliatoi, un campetto da calcio e ristrutturazione del minigolf. Il Municipio sta inoltre pensando di finanziare parte dell’investimento per l’installazione dei cannoni da neve artificiale al Confin con mezzo milione di franchi. Spesa totale: 2.7 milioni.
Facendo un breve calcolo si arriva ad un totale di 71.7 milioni di franchi. Investimento che sta portando i suoi frutti. “La stazione è rilanciata”, ci spiega Fabrizio Scolari. “Quest’estate - racconta - è stata eccezionale, per affluenza. La migliore degli ultimi 10 anni. E quest’inverno l’albergo è pieno dal 21 di dicembre. Gli impianti di risalita inoltre funzionano. Certo aiuta anche l’euro molto alto: ci sono ticinesi, svizzero tedeschi e germanici, ma pure moltissimi italiani”.
Ma come si spiega che gli investitori ticinesi preferiscano il San Bernardino a Bosco Gurin o Airolo? “La bellezza del paesaggio c’entra di sicuro”, prosegue Scolari. “Ma soprattutto – aggiunge Brivio – è perché il San Bernardino è una stazione turistica completa. Oltre agli impianti c’è un paese turist
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata