
Un recente testo diffuso dalla Società svizzera di pubblica utilità in merito al nuovo inno svizzero sta provocando indignazione nelle file del PPD, che ha quindi provveduto a inoltrare, tramite il deputato Maurizio Augustoni, un'interrogazione al Governo. Nel testo, scritto in un "italiano stentato", si augura in particolare che un "nuovo inno svizzero" sia diffuso nei comuni, nelle scuole, nelle associazioni sportive e nei gruppi musicali.
Già il Consigliere nazionale Marco Romano poche ore fa su Facebook ha criticato la società, definendo la sua mossa "indegna e fuorviante" (vedi l'email in questione nella gallery). Ora è scattata l'interrogazione al Consiglio di Stato.
"È bene preciare" si legge nel testo parlamentare, "che la Società svizzera di pubblica utilità non dispone di alcuna legittimazione a modificare il salmo svizzero, né nelle parole, né nella musica; il testo in questione potrebbe quindi essere archiviato come un qualsiasi auspicio di un’associazione".
"Considerato tuttavia" si continua a leggere, "che le attività compiute dalla Società svizzera di pubblica utilità in relazione al salmo svizzero, anche grazie alla copertura mediatica accordata dell’ente radiotelevisivo statale, potrebbe avere una pur minima parvenza di legittimità appare lecito qualche chiarimento. Si chiede in particolare che Consiglio di Stato precisi, a scanso di equivoci, che l’inno proposto dalla Società svizzera di pubblica utilità non sarà in alcun modo impiegato nell’ambito di manifestazioni ufficiali, nonché che nella scuola pubblica continuerà ad essere insegnato il salmo svizzero ufficiale".
Pertanto gli interroganti chiedono al Consiglio di Stato: "È al corrente del testo diffuso dalla Società svizzera di pubblica utilità? Come intende raccomandare l’impiego del “nuovo inno” in manifestazioni ufficiali? Intende sostituire il “nuovo inno” al salmo svizzero insegnato nella scuola pubblica?"
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