Ticino
Salario minimo, ennesima fumata grigia
Salario minimo, ennesima fumata grigia
Salario minimo, ennesima fumata grigia
Redazione
6 anni fa
Nella sua seduta odierna la Commissione della gestione ha proposto un salario orario tra i 19 e i 19.50 franchi

Se è vero che chi va piano va sano e va lontano, il salario minimo arriverà lontanissimo. Battute a parte: a 4 anni dal voto popolare dai comignoli di Palazzo delle Orsoline è uscita l’ennesima fumata grigia. La certezza ormai è matematica: se ne riparlerà nel corso della prossima legislatura. E dire che di acqua sotto i ponti ne è passata, e parecchia.

L’iniziativa per un salario minimo dignitoso viene lanciata all’inizio del 2013. A giugno dello stesso anno, le firme raccolte superano le 11'500. Ci vogliono 17 mesi perché il Gran Consiglio decida se l’iniziativa è compatibile con la costituzione. Il 24 marzo del 2015 la maggioranza dei deputati decide che sì, lo è.

Il 14 giugno sono gli elettori, il 54,7% per la precisione, a dare il loro via libera: il principio di un salario minimo dignitoso deve essere inserito nella costituzione cantonale.

La garanzia federale, o meglio, il via libera che Berna deve dare affinché ogni modifica di una costituzione cantonale possa entrare in vigore, arriva soltanto alla fine di giugno del 2017. Colpa di una lettera persa e mai rispedita. Le poste non sono più quelle di una volta, si disse all’epoca.

Il 21 luglio dello stesso anno, il Tribunale federale sentenzia sul caso di Neuchatel. Il TF stabilisce che un salario dignitoso è quello che permette di poter vivere del proprio lavoro senza il bisogno di sussidi pubblici. E dice che non può essere economico, ma sociale.

Nel frattempo, in Ticino, sindacati e padronato discutono, discutono e discutono ancora. L’8 novembre 2017, sentite le parti sociali, il Consiglio di Stato propone una forchetta tra i 18 franchi e 75 e i 19 e 25 all’ora, per 42 ore e per dodici mensilità.

Da quel giorno, a Palazzo è tutto un mercanteggiare alla disperata ricerca di un compromesso. Un compromesso, che non è mai arrivato. Neanche oggi, quando in Commissione della gestione è stato proposto un "patto di paese". Un salario tra i 19 e 19.50 per iniziare, che verrebbe poi eventualmente alzato dopo una valutazione degli impatti sull’economia e dopo l’introduzione di misure a tutela dei lavoratori residenti. Rifiutato dai socialisti, anche gli altri si sono tirati indietro.

La sinistra, come riportato da TeleTicino, ha spiegato le ragioni del suo no ad un salario inferiore ai 20 franchi. In Ticino il tasso dei working poor, vale a dire di chi pur lavorando non riesce ad arrivare a fine mese, è 4 volte superiore rispetto alla media nazionale. Un quarto dei beneficiari di prestazioni assistenziali sono persone che lavorano. Senza i sussidi cantonali, il 50% dei ticinesi sarebbe sotto la soglia di povertà.

Concludiamo con le cifre nude e crude. Il salario proposto dal Consiglio di Stato, tra i 18.75 e i 19.25 all’ora, si traduce in 3'370 franchi lordi al mese. Alzando la forchetta a 20 franchi, si arriva a 3'596 al mese. Alzandolo ancora, come vorrebbe la sinistra a 21-21.50, si arriverebbe a 3'800 franchi lordi al mese.

Maggiori dettagli nel servizio del TG di TeleTicino in onda dalle 18.45 

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