Ticino
Ruth Metzler: “Se la Svizzera farà i compiti, possiamo ottenere le Olimpiadi 2038”
Redazione
9 ore fa
La presidente di Swiss Olympic, a Lugano per un evento USI–Panathlon, parla del suo ruolo, di Milano-Cortina 2026 e della candidatura elvetica ai Giochi del 2038.

Da circa un anno è al vertice di Swiss Olympic – prima donna a ricoprire questo ruolo – e Ruth Metzler guarda già lontano: fino alla possibile candidatura della Svizzera per ospitare i Giochi Olimpici del 2038. "Se la Svizzera farà i suoi compiti sono fiduciosa che ci verranno assegnati", dichiara l’ex consigliera federale, che negli scorsi giorni si trovava a Lugano per un evento promosso da USI e Panathlon. Con lei abbiamo parlato del suo ruolo, della candidatura Svizzera e delle imminenti olimpiadi invernali a due passi da casa.

Presidente Metzler, cosa porta in Swiss Olympic il suo percorso istituzionale e professionale?

"Quando ripenso agli ultimi trent’anni trascorsi nella politica e nell’economia – da un lato come Consigliera federale, dall’altro come presidente e membro di consigli di amministrazione e di fondazioni – porto con me una rete di relazioni molto ampia e una profonda conoscenza di come si lavora in un organo collegiale, ma soprattutto conosco bene i processi politici, e questo è particolarmente rilevante proprio ora, in relazione al pacchetto di misure di risparmio della Confederazione, che ha colpito – o potrebbe colpire – il settore dello sport. Sono ora fiduciosa che queste misure di risparmio verranno eliminate dal pacchetto di alleggerimento".

Con che occhi guarda alle Olimpiadi che avranno luogo a breve a Milano-Cortina?

"Sono molto felice che, dopo tanto tempo, i Giochi Olimpici e Paralimpici si svolgano di nuovo così vicino al confine svizzero. Sarà molto interessante: si tratta di un concept decentralizzato, che proponiamo anche nella nostra candidatura olimpica per il 2038. Sono coinvolte quattro regioni, oltre a sette città aggiuntive. Già in relazione a questi Giochi, Swiss Olympic è molto impegnata su numerosi fronti".

Ha parlato della nostra candidatura, è ottimista?

"Di una cosa sono davvero convinta: se otterremo l’assegnazione, saremo in grado di organizzare i giochi: nessuno lo mette in dubbio. Ora dobbiamo fare i nostri compiti a casa come Paese, rispondere nel miglior modo possibile a tutte le domande che si pongono. E se lo faremo bene, sono davvero fiduciosa che il CIO ci assegnerà l’organizzazione dei Giochi".

Quali sono le principali difficoltà? Bisognerà anche convincere il popolo?

"La cosa positiva è questa: nel 2023, prima ancora di avviare il progetto, è stato condotto un sondaggio e circa due terzi degli svizzeri hanno dichiarato di sì, che desiderano questi Giochi, a condizione che siano Olimpiadi “alla svizzera”. Vale a dire sostenibili, basate su infrastrutture esistenti, decentralizzate e con il coinvolgimento non solo di un cantone, ma dell’intero Paese. La popolazione ha quindi già dato un primo consenso informale. Ritengo che la grande sfida, oltre al finanziamento, sia il fatto che abbiamo così tanto tempo davanti a noi. Il 2038 è lontano, e non è possibile rispondere già oggi in dettaglio a tutte le domande che emergeranno".

Il Ticino potrebbe avere un ruolo in queste future olimpiadi?

"In linea di principio, il concept riguarda l’intera Svizzera, pur essendo evidente che non potrà svolgersi in tutti i 26 Cantoni. Per esempio, nel mio Cantone, Appenzello Interno, certamente non avrà luogo alcuna disciplina. È comunque possibile che, per esempio, in Ticino si svolga una disciplina sportiva o parte di essa. Il piano comunque non è ancora definitivo e non è quindi stato ancora comunicato pubblicamente in modo dettagliato".