
12 febbraio 2018. La faccia, tumefatta dalle botte, è quella di un 18enne pestato da un gruppo di ragazzi a margine del Rabadan di Bellinzona. Gli hanno spaccato il naso ricoprendolo di calci e pugni anche mentre era caduto a terra.
Stranociada, 21 febbraio di quest’anno. Due giovani passano alle mani per questioni amorose. Uno dei due stacca l’orecchio con un morso all’altro e lo spedisce in ospedale.
Questi sono solo due dei casi più forti degli ultimi anni. La cronaca recente, malgrado il caso Tamagni che qualcosa avrebbe dovuto insegnare, è piena di vicende del genere. Sempre quest’anno a febbraio al carnevale di Rivera ci sono state 2 scazzottate in pochi minuti.
Per non parlare, nel 2017, dei due giovani che di ritorno dal Rabadan, hanno massacrato di botte a Gravesano un 21enne (e sono stati condannati per tentato omicidio intenzionale).
Del tema della violenza fra giovani ne sa qualcosa Ruby Belge, ex pugile e più volte attivo in campagne di prevenzione a scuola, ma anche a fianco dell’ex procuratore Perugini all’interno del gruppo contro la violenza giovanile.
"È difficile trovare una soluzione magica - racconta a TeleTicino - è chiaro che questi ragazzi hanno dei problemi alla base, bisogna lavorarci, fargli capire perché commettono questi errori e vogliono sfogare la violenza. È ovvio che questi giovani non vogliono farsi aiutare, è un cane che si morde la coda...".
Proprio per questo Ruby Belge nella sua palestra accoglie anche ragazzi sbandati per cercare di allontanarli dalla violenza, sensibilizzandoli attraverso lo sport. "Prendo anche ragazzi un po' bulletti che vanno in giro a fare i fenomeni e cerco di abbassare l'autostima a uno troppo esaltato. Cerco di fargli capire tramite lo sport la dedizione, il rispetto, il sacrificio: tutti dei valori che alla fine ti educano".
Spesso, racconta l’ex pugile, si tratta di ragazzi estremamente insicuri, che cercano conferme attraverso la violenza. "Alla base c'è l'autostima. Qualcuno vuole farsi vedere più grosso per sentirsi più forte".
E allora qual è la soluzione? Chiudere il carnevale? Avere più sicurezza? Piuttosto, conclude Belge, oltre a una sensibilizzazione costante ci vorrebbe meno menefreghismo da parte di chi assiste a queste scene. "Bisogna continuare con la sensibilizzazione, e ad allarmare noi cittadini appena vediamo un episodio del genere! È la cosa più importante da fare, siamo noi cittadini che dobbiamo metterci di mezzo, allarmare, gridare, provarci! Per cercare di fermare questi episodi e non aspettare gli altri. Le autorità o chi per esso".
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