Ticino
Rocambolesco inseguimento sul confine
Redazione
10 anni fa
Un 57enne ubriaco, braccato dalla Polizia italiana, ha forzato la dogana ed è entrato in Svizzera. È poi stato fermato, ma ne è nato un caso diplomatico

Un 57enne della provincia di Novara, ubriaco e inseguito dalla Polizia italiana, sperava di trovare salvezza oltrepassando il confine svizzero. Ma ciò non gli è bastato per farla franca e, anzi, la sua azione ha dato adito a un caso diplomatico tra i due Paesi.

La rocambolesca vicenda è riportata dal quotidiano La Provincia di Como.

L'automobilista 57enne è stato intercettato nella notte tra domenica e lunedì da una pattuglia della Polizia stradale italiana mentre procedeva a zigzag in territorio di Lomazzo.

Gli agenti lo hanno quindi fermato per un controllo. Ma quando gli hanno chiesto i documenti, il conducente è ripartito a tutto gas in direzione di Como, cercando pure di investire gli agenti.

La Polizia ha allora chiesto via radio la chiusura della barriera di Grandate, dove il 57enne ha potuto così nuovamente essere fermato. Ma anche in questo caso, una volta che gli agenti gli si sono avvicinati lui ha rimesso in moto l'auto ed è ripartito a tutta velocità, sfondando le barriere, fino al valico di Chiasso-Brogeda.

Lì, sempre inseguito dalla pattuglia della stradale e da un'altra pattuglia della volante di Como che si era aggiunta nel frattempo, il 57enne ha sfondato pure il valico doganale per proseguire la sua fuga in Svizzera.

Non è stata la sua salvezza. Perché pochi chilometri dopo, in territorio di Coldrerio, gli agenti della Polizia cantonale ticinese sono finalmente riusciti ad arrestare la folle corsa dell'uomo, cui è stato rilevato un consistente tasso di alcolemia.

Tutto bene quel che finisce bene, quindi? Non esattamente, perché durante l'inseguimento una pattuglia della Polizia stradale italiana ha superato il valico di Chiasso-Brogeda, sconfinando così in territorio svizzero. E, come riferisce oggi La Regione, ne è nato un caso diplomatico, attualmente al vaglio sia delle autorità italiane che di quelle elvetiche. Resta infatti da capire se lo sconfinamento della pattuglia italiana fosse stato autorizzato e se fosse proporzionale all'obiettivo, ovvero fermare un conducente ubriaco. Come dire... prove di collaborazione tra forze dell'ordine divise solo da una sottile striscia di confine.

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