
In una lettera inviata al Consiglio di Stato ticinese, GastroTicino esprime le sue preoccupazioni a seguito delle decisioni prese a livello federale che riguardano la ristorazione, che non potrà riaprire il prossimo 1° marzo, come auspicato dalle associazioni di categoria. “Riteniamo urgente ribadire le nostre preoccupazioni con la richiesta di trasmettere a Berna proposte decise che consentano di salvare il nostro settore”, si legge nella missiva, firmata dal presidente Massimo Suter e dal direttore Gabriele Beltrami. La richiesta più impellente è quella di riaprire al massimo entro il 15 marzo perché, mette in guardia l’associazione, “aperture tardive daranno il colpo di grazia al settore”.
Le difficoltà del settore
L’associazione in particolare mette l’accento sul fatto che il settore ha investito importanti risorse per poter rispettare i piani di protezione e mettere in campo il materiale necessario all’igiene accresciuta. Inoltre non ci sono studi che accertino “che i ristoranti siano untori”, così come “non capiamo la discriminazione rispetto ai negozi che potranno riaprire”. Questo nonostante si è visto che “il numero dei contagi è iniziato a diminuire da gennaio, solo quando sono stati chiusi i commerci non indispensabili”. L’asssociazione ritiene inoltre urgente agevolare gli aiuti. La percentuale del 40% per i casi di rigore è ritenuta “troppo elevata” e in tema di ILR e IPG “esistono distorsioni che vanno corrette immediatamente”. Ci sono inoltre locali che hanno aperto dopo il 1° marzo 2020 che non possono tutt’oggi ricevere aiuti e “sono al collasso”.
Le richieste al Consiglio di Stato
Nella lettera GastroTicino chiede quindi al Governo ticinese di farsi portavoce del dramma che si sta consumando nei settori della ristorazione e albergheria ticinesi: “Dramma che sta provocando un forte nervosismo con sempre più voci che si levano a favore di proteste plateali; proteste che sinora siamo riusciti ad evitare, convinti che solo il dialogo con le autorità possa portare a risultati che possano soddisfare le esigenze della salute pubblica e dell’economia”. L’associazione chiede quindi di condividere la richiesta al Consiglio federale di poter riaprire le aziende della ristorazione “al più presto e possibilmente dal 15 marzo, in modo da non perdere il periodo pasquale, molto importante per lanciare la stagione”. Qualsiasi altra soluzione che prevede aperture tardive “darà il colpo di grazia al settore”, denuncia GastroTicino. Anche la sola apertura delle terrazze “porterebbe solo a situazioni di discriminazione tra imprese e non sarebbe economicamente la soluzione ideale”. In questo senso l’associazione invita la Confederazione a rivedere anche il termine di un mese di attesa per assumere nuove decisioni. Un periodo ritenuto troppo lungo. “Riteniamo che un periodo di 2-3 settimane sia più che adeguato”, conclude GastroTicino.
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