
Qualche giorno fa all’ospedale Civico di Lugano una cinquantina di dottori ha aderito all’azione organizzata dall’Associazione svizzera dei medici assistenti e capiclinica(Asmac).
Le rivendicazioni
Sullo sfondo ci sono una serie di rivendicazioni sulle condizioni di lavoro: dalle ore settimanali, alla conciliabilità tra lavoro e famiglia e la formazione continua. A spiegarlo ai microfoni di Ticinonews è Angelo Barrile, presidente dell’associazione, che in Svizzera conta 22mila affiliati. “La qualità del trattamento dei pazienti dipende dalla qualità del lavoro dei medici. Mantenere le 50 ore settimanali è importante e molti ospedali in Svizzera non sono legali. Ma ci sono problemi anche con la conciliabilità tra lavoro e famiglia e la formazione continua”, sottolinea.
“Ancora molti problemi”
Il rispetto delle 50 ore previste dalla legge è un tema su cui l’ASMAC martella da tempo: spesso e volentieri con una normale turnazione si sfora questo limite. “Ci sono ancora molti problemi. In una realtà come la nostra non esiste pensare che non ci siano settimane lavorative senza ore straordinarie”, sottolinea il presidente della sezione ticinese Davide Giunzioni.
“Mantenere alta l’attrattività del lavoro”
Tematiche che spesso sfuggono all’attenzione pubblica per una capacità a mediatizzare le proprie rivendicazioni ancora da affinare, rispetto ad esempio alle associazioni degli infermieri. Le problematiche sollevate sono importanti, soprattutto in un paese che deve ricorrere a professionisti dall’estero per rispondere al fabbisogno di medici. Condizioni di lavoro adeguate, mantengono alta l’attrattiva per una professione importante ma con grandi sacrifici. “Questa situazione di essere l’unica professione in cui si pianificano 50 ore di base, comporta sacrifici che non tutti vogliono accettare. Bisogna andare in contro ai giovani per rimanere attrattivi e avere sempre medici svizzeri e non solo dall’estero”, conclude Giunzioni.
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