Ticino
Rinviato il processo Rey: "Si è preso di mira un solo medico"
Rinviato il processo Rey: "Si è preso di mira un solo medico"
Rinviato il processo Rey: "Si è preso di mira un solo medico"
Redazione
7 anni fa
Secondo la difesa il chirurgo "ha subito un massacro mediatico allucinante". E spunta un presunto "medico fantasma"

È iniziato oggi alle Assise correzionali di Lugano, presiedute dal giudice Amos Pagnamenta, il processo a carico del dr. Piercarlo Rey, accusato di lesioni colpose gravi e falsità in documenti per i fatti avvenuti nella sala operatoria della Clinica Sant'Anna di Sorengo l’8 luglio 2014. Il dr. Rey, patrocinato dagli avvocati Renzo Galfetti e Tuto Rossi, asportò per errore i seni di una paziente 67enne indicando nel rapporto post-operatorio che la rimozione fosse necessaria. Il medico di Besazio si è sempre professato innocente, impugnando il decreto d'accusa firmato lo scorso marzo dal procuratore pubblico Paolo Bordoli, che ha proposto una pena pecuniaria sospesa di 120 aliquote e una multa di 3'000 franchi.

In riferimento a questa vicenda, come ricorderete, il 4 maggio scorso quattro giornalisti del domenicale il Caffé erano stati prosciolti in Pretura penale per aver indagato su quanto accaduto in sala operatoria e nelle settimane successive (vedi articoli suggeriti).

Chiesto il rinvio del processo - In apertura di dibattimento la difesa ha prodotto alcuni documenti (una lettera del Medico cantonale, una mail del presidente del Collegio medico clinica 22 settembre 2014 che preanuncia l'introduzione della procedura del timeout - il sistema che permette di evitare scambi di pazienti - in clinica, un estratto de La Regione che riporta che riporta un rapporto dell'OMS sul numero degli errori medici in Svizzera (5'000) che hanno portato al decesso del paziente, il Messaggio del CdS del settembre 2017 che risponde alla mozione del 15 aprile 2013 di Michela Delcò Petralli sulla problematica della gestione dell'errore medico in Ticino dove si attesta che nel nostro paese ci sono circa 700 decessi ogni anno (cifra inferiore a quella indicata dall'OMS, ndr), una copia del contratto di accreditamento del dr. Rey presso la clinica, ossia quel documento che permetterebbe di capire la natura giuridica del rapporto di lavoro effettivo tra medico e clinica e infine una copia della convenzione del 2016 tra il dr. Rey e la paziente che ha subito l'asportazione di entrambi i seni) sottoponendo alla Corte alcune questioni pregiudiziali volte a chiedere la sospensione o il rinvio del procedimento. 

"Stiamo parlando di un errore medico che fa parte della natura umana - ha esordito Galfetti - A qualsiasi livello della vita siamo confrontati con l'errore, quale che sia la professione che si svolge". L'avvocato ha posto l'accento sull'umiltà, sul rigore, sulla mancanza di pregiudizi e sull'ascolto proprio per lamentare, a suo dire, la mancanza di reciprocità e indirizzando una bordata al pp Bordoli: "Sono anni che il dr. Rey chiede che vengano assunte prove a discarico ma si è trovato davanti a un muro di gomma".

"È la prima volta che in pubblico il dr. Rey può far valere le sue ragioni, è stato rispettosissimo dei principi procedurali, etici e legali eppure, unico a livello svizzero, ha subito un massacro mediatico e un processo pubblico allucinante. I media sono riusciti a dare un immagine del dr. Rey di uomo spregevole - ha rincarato - Il dr. Rey è tutt'altro che un uomo spregevole: è stato solo grazie a lui la paziente ha ottenuto un risarcimento ben superiore alla prassi (pagato per 1/3 dalla sua assicurazione, ndr)".

Il presunto ‘medico fantasma’ - Cinque mesi prima dei fatti l’Ufficio del medico cantonale svolse un’ispezione alla Clinica Sant'Anna, dove risultò che tutto era in regola per quanto riguarda le procedure di sicurezza in sala operatoria. "Eppure - ha rimarcato Galfetti - risulta che un medico, presentato dalla Clinica come responsabile di anestesia, abbia parlato con gli ispettori sostenendo che fosse in voigore il timeout - procedimento in realtà introdotto dopo l'incidente - e firmando il relativo rapporto, eppure questa persona non esiste (ovvero, secondo la difesa, non avrebbe mai lavorato in clinica e potrebbe essere domiciliato a Napoli)". Pertanto, all'epoca dei fatti, "il modus operandi in clinica equivaleva all'acrobata che si esibisce senza rete di protezione" mentre dal contratto di accreditamento - "pasticciatissimo", secondo Galfetti - si evince che il dr. Rey ”non poteva decidere nulla per quanto riguarda le misure di sicurezza".

Per tutti questi motivi la difesa, criticando la mancata acquisizione delle prove proposte da parte del pp, ha chiesto il rinvio del procedimento in modo da preparare la difesa del dr. Rey "con tutti gli elementi che in passato sono stati rifiutati dall'autorità penale" in quanto "non è serio che la difesa rinunci a tentare di acquisire tutte le prove rilevanti e indispensabili a discolpa del dr. Rey".

"Se dobbiamo acquisire quest prove lo facciamo, ma il processo dev'essere rinviato almeno a settembre", ha concluso Galfetti. Il pp Bordoli ha escluso che la difesa avesse troppo poco tempo per preparare la difesa: "Sapevate che c'era il processo e i verbali sono validi", ha tagliato corto Bordoli. Il  giudice Amos Pagnamenta, pur considerando le argomentazioni della difesa, ha respinto l'istanza di rinvio.

"Palesi conflitti di interesse" - La parola è passata all'avv. Tuto Rossi che ha pure presentato dei documenti e ha sottoposto altre questioni pregiudiziali, ovvero la presenza di conflitti di interesse per gli ex legali del medico. Oltre a tre script della trasmissione "Falò" durante la quale si era parlato della vicenda, Rossi ha prodotto un comunicato stampa del direttore sanitario della Clnica Sant'Anna dr. Francesco Volonté in cui "si prende atto che il dr. Rey ha cambiato avvocato e strategia difensiva" e la fattura emessa dallo studio che si è occupato della difesa dell'imputato prima di Rossi e Galfetti.

Anche Rossi ha sostenuto che l'inchiesta fosse "macchiata da gravi irregolarità procedurali" in quanto il dr. Rey, in passato, "è stato difeso da avvocati che non ne avevano il diritto in quanto in palese conflitto d'interesse" (uno dei legali, ad esempio, patrocinava anche un medico presente in sala l'8 luglio 2014, ndr). Pertanto "una serie d documenti degli atti (ad es. gli interrogatori delle persone presenti in sala operatoria) vanno stralciati dalla causa".

"Ad esempio - ha proseguito Rossi - l'ex legale del dr. Rey non ha ritenuto opportuno recarsi alla RSI per visionare gli script. Le primo di questi si può veder una ricostruzione dei fatti in cui viene presentata la procedura del timeout che, ricordiamo, la clinica non aveva introdotto all'epoca dei fatti".

Dopo la pausa il dibattimento è ripreso alle 14.00 e il giudice Amos Pagnamenta ha respinto anche questa seconda istanza.

"Si è preso di mira un solo medico" - Evidenziando "un'istruttoria unidirezionale e incompleta" l'avv. Rossi ha in seguito sottoposto alla Corte nuove questioni pregiudiziali e ha presentato un'altra istanza per chiedere l'assunzione di nuove prove a discarico, in quanto l'attenzione nel corso dell'inchiesta si sarebbe focalizzata eslusivamente sulla figura del dr. Rey, trascurando altre figure-chiave coinvolte a vario titolo. "Perché gli altri professionisti presenti in sala non lo hanno fermato una volta accortisi dello scambio di paziente e perché non sono stati indagati?"

Dal canto suo Bordoli ha smentito che l'inchiesta fosse incompleta. Visto il numero di persone che la difesa vorrebbe far testimoniare (circa una dozzina, dal personale presente in sala al presidente della Commissione di vigilanza sanitaria Mauro Ermani passando per i membri della direzione della Clinica) e l'assenza dell'avv. Galfetti a partire da domani, il giudice Pagnamenta ha sospeso il processo, rimandandolo al 20 settembre. Il giudice dovrà decidere se convocazione in aula questi nuovi testimoni oppure se rinviare gli atti al procuratore pubblico e quindi far rifare l'inchiesta.

nic

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