Ristorazione
Rilancio delle trattative sul CCL? Suter: "L'attuale contratto è ancora solido"
Redazione
6 mesi fa
Il presidente di GastroTicino commenta l'intenzione di GastroSuisse di sedersi nuovamente al tavolo delle discussioni. "Non sono sorpreso." Unia: "Contenti di questa riapertura".

Tornare a sedersi al tavolo e rilanciare le trattative per arrivare a un nuovo CCL che regolamenti meglio il settore della ristorazione. A lanciare la proposta è stato il nuovo presidente di GastroSuisse Beat Imhof, in un'intervista pubblicata sabato dai giornali in lingua tedesca del gruppo Tamedia. "Non c'è nulla da guadagnare temporeggiando", ha affermato, ricordando come le trattative si fossero arenate nel 2017, generando uno stallo lungo 5 anni. “Questa volontà di riprendere le trattative non mi sorprende, era nell’aria da diversi mesi”, spiega a Ticinonews il presidente di GastroTicino Massimo Suter. “La criticità maggiore, nelle precedenti trattative, era che i sindacati cercavano di ‘bypassare’ quello che noi discutevamo al tavolo, sostenendo le raccolte firme per dei salari minimi cantonali”. Il punto di forza di questo CCL nazionale, infatti, “è proprio che lo si rende obbligatorio in tutti i cantoni”.

"Trovare risposte alle nuove domande"

Ma in Ticino l’introduzione di un nuovo CCL sarebbe un vantaggio o uno svantaggio? Secondo Suter “allo stato attuale noi abbiamo un contratto collettivo nazionale valido che si rinnova, per certi versi tacitamente, di anno in anno”. Ogni lustro “ci si siede comunque al tavolo e si vanno ad analizzare le eventuali criticità, ma soprattutto le nuove condizioni di lavoro che si creano con il passare del tempo”. Dopo il Covid, ad esempio, “vi è tutta una questione sugli orari di lavoro che deve essere presa in considerazione. Ecco, in questo ambito i sindacati potrebbero forse pretendere di più”. L’attuale CCL “è forte e tutela ambo le parti, ma sedersi al tavolo può aprire nuovi orizzonti, magari per andare a trovare delle risposte alle nuove domande sorte negli ultimi anni”.

Landi: "Si chiedono miglioramenti a livello salariale"

I sindacati, dal canto loro, reagiscono positivamente all’apertura mostrata dal presidente Imhof. “Da troppi anni le trattative vivono una fase di stallo a causa della chiusura di GastroSuisse e siamo ben felici che ci sia finalmente una riapertura”, commenta Chiara Landi di Unia. A livello di rivendicazioni “il personale impiegato nel settore chiede dei miglioramenti delle condizioni di lavoro e dei livelli salariali. Molte richieste concernono ad esempio la limitazione del lavoro su chiamata, sempre più presente, e il riconoscimento dell’esperienza lavorativa”. Inoltre “nel corso di questi anni abbiamo fatto un grande lavoro per  approfondire un tema molto sentito, che è quello legato alle molestie sessuali nel settore”. L’auspicio “è che questa apertura possa davvero portare a una discussione e, successivamente, a dei miglioramenti concreti”, conclude Landi.