Locarno
Riflettori puntati su Piazza Grande: "Non toccate quello schermo"
© CdT/Chiara Zocchetti e Ticinonews
© CdT/Chiara Zocchetti e Ticinonews
Giorgio Doninelli
2 giorni fa
La sostituzione dell'iconico schermo del Locarno Film Festival - decisa per ragioni organizzative e finanziarie - suscita malumore e critiche. Una raccolta firme chiede di tutelarlo e anche a livello politico si chiede al Governo di intervenire.

La decisione del Locarno Film Festival di mandare in pensione lo storico e iconico schermo di Piazza Grande - motivata con ragioni di sostenibilità economica e ambientale, ma anche per questioni logistiche e organizzative - non è andata giù a diverse personalità del mondo della cultura, che hanno lanciato una petizione per la sua tutela. "Ci siamo trovati un paio di settimane fa a scoprire che lo schermo progettato nel 1971 da Livio Vacchini non ci sarà più", spiega l'architetto e già Municipale di Locarno Michele Bardelli, che si sarebbe aspettato più trasparenza su una decisione che ha un forte impatto sulla cultura architettonica del Festival.

 

VACCHINI: "SERVE PIÙ TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE"

Un modo di porsi che non è andato giù nemmeno a Eloisa Vacchini, figlia di Livio Vacchini e titolare dell'omonimo studio di architettura: "È giusto e mi fa piacere che il Festival si evolva, ma quando succede è bello essere informati. Quando è stata cambiata la cabina di proiezione i responsabili del Festival mi hanno coinvolta, in questo caso non è successo".

 

BUZZI: "NESSUNO OGGI USEREBBE IL PRIMO IPHONE DELLA STORIA"

Ma proprio perché le cose cambiano e i colpi di genio come quello di Livio Vacchini non vanno mummificati, c'è anche chi la pensa diversamente. È il caso dell'architetto e allievo di Vacchini Francesco Buzzi "Se Vacchini avesse progettato lo schermo oggi avrebbe immaginato qualcosa di completamente diverso. Ci stiamo attaccando a un oggetto come se fosse qualcosa di permanente, io penso invece che sia un oggetto pensato per essere adattato nel tempo. Anche il primo iPhone fu un'idea geniale, ma oggi nessuno userebbe quel telefono.".

 

DE-SASSI: "CI SARANNO ALTRE SCELTE CHE FARANNO DISCUTERE"

Serve quindi maggior apertura al cambiamento, che è anche l'auspicio degli organizzatori del Festival. Indietro insomma non si torna e anzi, si guarda avanti. Anche perché all'orizzonte ci sono altre modifiche e che creeranno dibattito. "La Magnolia e la copertura della cassa principale soffrono dello stesso problema dello schermo: hanno un grande valore architettonico e tecnico, ma sono giunti in un'età avanzata e sono sempre più difficili da montare e smontare a costi sostenibili", spiega il direttore del Dipartimento operativo del Festival Mattia De-Sassi.

 

SERGI: "LA NATURA DEL FESTIVAL STA CAMBIANDO"

Cambiamenti che - assicura - non avranno alcun impatto sull'esperienza vissuta dagli spettatori. Ma che preoccupano l'MPS, che tramite un'interrogazione al Consiglio di Stato vuole chiarire alcuni dubbi sulla direzione presa dal Festival con la presidenza Maja Hoffmann, cosa che non è stato possibile fare in occasione del voto sul credito da oltre 17 milioni per i prossimi 5 anni concesso dal Gran Consiglio il mese scorso. "Questi mutamenti stanno toccando profondamente la natura del Festival, che da evento principalmente culturale con ricadute economiche e turistiche si sta trasformando in evento economico e turistico con qualche possibile ricaduta culturale".