Ticino
“Riduciamo la nostra dipendenza energetica”
Immagine Supsi
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Daniele Coroneo
2 anni fa
Per la consigliera federale Simonetta Sommaruga, presente venerdì al Forum innovazione della Supsi, quello della dipendenza energetica dall’estero era un problema evidente già prima del conflitto russo-ucraino

Lo sviluppo sostenibile è stato al centro degli interessi nella terza edizione del Forum innovazione Svizzera italiana, organizzato dalla Supsi. Gli ospiti scientifici e istituzionali, fra i quali la direttrice del Datec Simonetta Sommaruga, si sono radunati nell’aula di Palazzo dei congressi a Lugano nel pomeriggio di venerdì.

“Problema già prima della guerra”
Nel suo intervento, la consigliera federale ha toccato l’attuale tema del conflitto in Ucraina e della dipendenza energetica della Confederazione: “Già prima dell’aggressione russa in Ucraina, il quadro mi pareva chiaro: dobbiamo ridurre la nostra dipendenza energetica dall’estero”. La “ministra” bernese ha quindi speso parole di lode per il mondo della ricerca ticinese: “Il Canton Ticino è ricco di progetti all’avanguardia, non sempre facili da realizzare, ma nei quali ricercatrici, ricercatori, autorità, cittadine e cittadini hanno creduto e continuano a credere”.

Durevolezza
Ricerca ed energia sono due termini che, mai più di ora, vanno di pari passo. “Il concetto di sostenibilità è però molto ampio e non può limitarsi alla protezione dell’ambiente”, precisa a Ticinonews Giambattista Ravano, direttore della ricerca, dello sviluppo e del trasferimento della conoscenza della Supsi. “La sostenibilità implica anzitutto la capacità di durare nel tempo”.

Medicina e genere
Nel forum si è discusso anche del rapporto fra medicina e genere. Fra i relatori c’era Antonella Chadha Santuccione, direttrice del Women’s Brain Project, movimento che propone di approcciarsi alla medicina tenendo maggiormente conto di sesso e genere. È il caso del morbo di Alzheimer, all’origine di questo progetto: “Ci siamo chieste: ‘per quale motivo più donne sono colpite da questa malattia rispetto agli uomini? Perché il Parkinson coinvolge più gli uomini delle donne?’ Noi cerchiamo di trovare le evidenze scientifiche che spieghino questi fenomeni”. Secondo la scienziata, la medicina attuale non tiene sufficientemente conto “di queste differenze”.

Isolamento femminile fattore di rischio
Intanto, delle prime risposte sono già arrivate: “Per molte patologie c’è sicuramente un fattore genetico che entra in gioco. Ci sono però pure dei fattori sociologici”, precisa la nostra interlocutrice. “Alla donna è tradizionalmente affidato il ruolo della cura della famiglia. Se si sta dietro a una persona ventiquattro ore su ventiquattro, non si può uscire a prendere un caffè con un’amica o fare una passeggiata. L’isolamento sociale diventa un fattore di rischio per una demenza in tarda età”.

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