Ticino
"Ricevi i sussidi in Ticino? Allora spendi in Ticino"
"Ricevi i sussidi in Ticino? Allora spendi in Ticino"
"Ricevi i sussidi in Ticino? Allora spendi in Ticino"
Redazione
10 anni fa
Dadò e Rueckert chiedono l'obbligo di spesa in Svizzera per le associazioni che ricevono un aiuto pubblico

"Chi riceve un aiuto pubblico, lo deve impiegare e spendere nel Cantone o in Svizzera." Questo il nocciolo dell'iniziativa parlamentare proposta oggi da Amanda RueckertFiorenzo Dadò.

Nel testo redatto dai due, si rimarca l'importanza dei sussidi nella spesa pubblica: "I sussidi rappresentano una componente molto importante, basta andare a leggere i conti consuntivi e il resoconto del Fondo Sport-Toto. Si tratta di parecchi milioni di franchi ogni anno che lo Stato versa ad Enti pubblici, Parapubblici, associazioni, società, privati."

A determinarne l'assegnazione, è la Legge sui sussidi cantonali del 22 giugno 1994 (Lsuss; RL 10.2.7.1), legge quadro che contiene normative comuni applicabili a tutti i sussidi cantonali, regolati poi nel dettaglio da leggi o da decreti legislativi specifici, che contengono invece soprattutto disposizioni di carattere materiale.

"Tutti i sussidi - si legge nell'iniziativa - hanno lo scopo di aiutare finanziariamente realtà locali nell’adempiere i loro scopi. I soldi con cui vengono erogati i sussidi sono pubblici. È pertanto prioritario che chi riceve soldi dai ticinesi, li investa anche nel nostro Cantone. Non riteniamo infatti ammissibile, che un ente, un istituto o un privato che riceve importi pubblici dai contribuenti ticinesi per promuovere le proprie attività investa poi, senza dei motivi più che validi, all’estero, danneggiando quindi l’economia locale."

La deputata leghista e il capogruppo PPD sostengono che di esempi ce ne siano a iosa: "Riguardano tutti, dal pubblico al privato, e parimenti tutti i settori, da quelli culturali, commerciali, sociali fino a quelli sportivi, pertanto non si ritiene necessario allestire un elenco. Da più parti e più volte sono stati denunciati, sia in ambito pubblico che privato, senza per contro sortire nessun esito o cambiamento sostanziale. Ultimo in ordine di tempo quello del direttore della VISCOM Ticino Stefano Gazzaniga, per quanto riguarda l’ambito tipografico ed editoriale."

Gli iniziativisti "ritengono pertanto necessario introdurre chiare disposizioni all’interno della Legge sui sussidi del 22 giugno 1994, che regolino innanzitutto e per tutti i sussidi cantonali che già al momento della formulazione della domanda di sussidio, l’istante sia chiamato a fornire indicazioni relative a dove e come intende spendere i propri fondi per raggiungere lo scopo prefissato e per il quale riceve anche un determinato sussidio. Nella forma che l’elaborazione della presente iniziativa riterrà più opportuna, occorre stabilire che il principio che si chiede d’introdurre è quello che alla presentazione della domanda di sussidio, l’istante deve fornire chiare garanzie relativamente al fatto che egli intende ossequiare quanto obbligatoriamente disposto dalla legge, ovvero dare assoluta precedenza agli acquisti, di qualsiasi tipo, in Ticino." La proposta propone comunque che un soggetto sussidiato possa rivolgersi al mercato estero "unicamente dietro esplicita giustificazione e qualora non fosse oggettivamente possibile recepire un determinato bene sul territorio ticinese o svizzero."

Aspetto da non trascurare è quello delle sanzioni, da prevedere in modo specifico al fine di fare da deterrente agli ingiustificati investimenti all'estero. Inoltre, "chi dispone di strutture o stabilimenti sia in Svizzera che all’estero e chiede sussidi, deve poi anche essere obbligato, per quanto possibile, a provvedere alla produzione esclusivamente nelle proprie sedi in Svizzera. Anche in questo senso, va fornito rendiconto e le contravvenzioni vanno sanzionate."

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata