
Bambini e coronavirus. Il tema è stato al centro di una videoconferenza tra il medico cantonale Giorgio Merlani e oltre una sessantina di pediatri ticinesi. Un incontro richiesto dagli stessi pediatri dopo le dichiarazioni del dottor Koch, secondo cui i nonni potrebbero riabbracciare senza problemi i loro nipoti in quanto i bambini non sarebbero vettori del coronavirus e non si ammalerebbero. All'incontro virtuale ha partecipato anche il pediatra Gianluca Bianchetti.
"Sappiamo che i bambini si ammalano di meno e sono vettori più blandi di questa malattia, ma non lo si può escludere completamente" racconta il pediatra intervenuto nel Tg speciale di Teleticino. "Siamo pediatri sul territorio, rispondiamo tutti i giorni ai pazienti e dobbiamo dare risposte precise. Dire che "può essere che si trasmetta in forma lieve" non è la stessa cosa che dire "non lo può trasmettere". Tra le prime domande che sono state poste in videoconferenza è se si possono lasciare i nipoti dai nonni. La risposta è stata che si potrebbe lasciarli, ma per breve tempo. Ma non sappiamo "quanto" è questo poco tempo. Questi dati non ci tranquillizzano. Secondo me è meglio mantenere ancora la distanza sociale tra i nonni e i bambini piccoli".
Ieri in conferenza stampa è stato ribadito che solo lo 0,6% di tutti i malati a livello svizzero sono bambini. Ma per il pediatra Bianchetti questo dato molto probabilmente non corrisponde alla realtà visto che già dall'inizio della pandemia venivano effettuati pochi tamponi ai bambini. "Abbiamo testato pochissimi bambini e questa percentuale è probabilmente un po' falsata. Ora comunque esiste un test sierologico, quindi del sangue, che sembra essere più attendibile rispetto ai test che avevamo precedentemente. Questo test dopo già circa cinque giorni può dare la dimostrazione se il bambino è infettato o meno e dire se ha degli anticorpi protettivi".
Nell'intervista rilasciata lunedì sempre a Teleticino il dottor Bianchetti ha ribadito che, potendo scegliere, non avrebbe mandato i suoi figli a scuola l'11 maggio. Cosa dice ora che il Cantone ha deciso sul ritorno ai banchi di scuola? "Rimarrei prudentemente a vedere cosa succede. Abbiamo ancora circa dieci giorni e possono succedere ancora tante cose. Abbiamo visto in questi giorni che sono stati riscontrati dei casi di Kawasaki. In un articolo di ieri de Il Giorno il direttore dell'ospedale Buzzi ha dichiarato che il mese scorso 5 bambini sono finiti in cure intensive. Quindi da una parte si dice che i bambini si ammalano poco e che il decorso è spesso banale, però dall'altra ci sono anche bambini che si ammalano in maniera più grave. Dobbiamo vedere nei prossimi giorni cosa succederà. Se tra due settimane si riscontra un aumento dei casi, magari si potrà rivedere il discorso della riapertura delle scuole. È anche vero che i bambini per esempio di quinta elementare sono più consapevoli sulle distanze sociali e le norme di igiene. Ben venga eventualmente, se non ci sono delle decisioni, un prolungamento della riapertura di una settimana".
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