Ticino
Regio Insubrica, preoccupa la crisi idrica
Immagine Shutterstock
Immagine Shutterstock
Redazione
2 anni fa
L’acqua è stato uno dei principali argomenti affrontati nel secondo incontro tra delegazioni parlamentari tra Ticino, Lombardia e Piemonte. Il consigliere regionale Domenico Rossi: “Se non dovesse piovere, ci saranno grossi problemi sul raccolto”

Ticino, Lombardia e Piemonte non hanno in comune solo l’appartenenza alla Regio Insubrica, ma oggi il grande tema che accomuna le tre regioni è la carenza idrica. E proprio l’acqua è stata uno dei principali argomenti affrontati nel secondo incontro fra delegazioni parlamentari delle tre regioni, tenutosi ieri mattina a Mezzana. Nelle ultime ore il governo italiano ha riconosciuto lo Stato d’emergenza a Lombardia e Piemonte. La situazione è critica, conferma a Ticinonews il consigliere regionale piemontese Domenico Rossi: “I problemi più grandi sono nel territorio del Verbano Cusio Ossola e del Novarese, soprattutto per quanto riguarda il settore dell’agricoltura. Ma cominciano a esserci problemi anche per l’uso domestico. Il livello dei fiumi, sia del Po che del Sesia, sono molto bassi. Mai visto una cosa del genere. Se in questo momento non dovesse piovere, ci saranno grossi problemi sul raccolto”.

La gestione regionale della navigazione
Per far fronte a questa situazione un consesso come la Regio Insubrica può fare poco, ma si può lavorare in concerto sulle infrastrutture e sulla gestione delle acque, perché ondate di siccità come questa si ripeteranno con sempre maggiore frequenza. Da parte italiana – come noto – è stato proposto l’innalzamento del livello del Verbano, ma l’idea piace poco in Ticino. Suscita maggiore interesse, invece, la richiesta lombarda al governo italiano di gestire a livello regionale la navigazione sui suoi laghi, compreso il Lago Maggiore. “Siamo convinti che un sistema regionalizzato sia più efficiente e produttivo e avrà ricadute positive anche in termini ambientali”, spiega la vicepresidente del consiglio regionale Francesca Brianza. “Penso ad esempio a un ammodernamento della flotta, che potrà rispondere meglio alle esigenze dei turisti e dei passeggeri locali, che potrebbero usare il sistema della navigazione per altre finalità. Potrebbe essere potenzialmente interessante per un trasporto frontaliero”.

La mobilità trasfrontaliera
A proposito di mobilità transfrontaliera, i tre parlamenti auspicano che vengano concesse deroghe alle leggi sul cabotaggio, per favorire l’espansione del trasporto pubblico. Da parte italiana – spiega la presidente del Gran consiglio ticinese Gina La Mantia – si riconosce la pressione del frontalierato sulle strade ticinese. “Una convergenza di intenti c’è tra le varie comunità vicine alla frontiera. C’è anche l’intenzione di rafforzare il sistema Tilo e quello della navigazione per portare una parte di frontalieri via lago”.

L’accordo sui frontalieri
Un ultimo punto affrontato è proprio l’accordo sui frontalieri. C’è un diffuso ottimismo sulla sua entrata in vigore per l’inizio del prossimo anno. Sul tema, le parti auspicano che la norma sul telelavoro introdotta durante la pandemia, quella che riconosce lo statuto di frontaliere anche a chi lavora da casa, possa essere tradotta in un aggiornamento dell’accordo e che non resti una misura temporanea, in vigore fino al 31 ottobre.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata