Ticino
Rapporto Polizia ticinese: Per il VPOD passi avanti, ma troppa frammentazione
©Gabriele Putzu
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Redazione
3 giorni fa
Il Sindacato apprezza il rafforzamento del coordinamento cantonale, ma critica l’eccessiva autonomia comunale, la perdita della distinzione tra corpi e la rinuncia alla copertura sulle 24 ore.

Il ‘‘Progetto di miglioramento della collaborazione tra Polizia cantonale e Polizie comunali’’ (o Rapporto Polizia ticinese) - presentato lo scorso 3 giugno - è stato preliminarmente valutato dal Comitato VPOD Polizia, il quale ha voluto esprimere alcune considerazioni a riguardo. Prima fra tutte, quella sulla Polizia unica che - secondo il sindacato - rappresenta "la migliore soluzione per un’organizzazione della polizia al servizio della popolazione" sull’esperienza sviluppata in altri Cantoni. Il Rapporto, prosegue il VPOD nella sua nota stampa, "rappresenta dunque un passo avanti nella giusta direzione nella chiara misura in cui rafforza la sovrintendenza cantonale, ottimizza le competenze e riduce i margini di discrezionalità locali".

"Eccessiva frammentazione"

Il Rapporto, prosegue il testo, contempla tuttavia ancora "un’eccessiva frammentazione, differenziazione e sfera d’autonomia comunale, che si sarebbe potuta evitare conferendo al Cantone più ampie responsabilità nella definizione di standard politici e operativi comuni". In questo senso, a non convincere il sindacato è la "disparità che potrà verificarsi nelle deleghe attribuite alle Polizie comunali". Ciò che non convince pienamente il VPOD è l’impostazione generale del Rapporto, ispirata ai principi del New Public Management, un modello che tende "a indebolire il controllo politico e lo spirito del servizio pubblico anche nell’ambito della Polizia". Tale approccio si traduce in un sistema fondato sulla “contrattualizzazione” tramite mandati di prestazione e sulla flessibilità dei compiti delegabili. Pur accogliendo positivamente l’idea di rafforzare gli organi di coordinamento, al Sindacato desta invece perplessità l’abolizione della distinzione tra 'polizia polo' e 'polizia strutturata', "poiché essa rischia di indebolire il coordinamento regionale e di moltiplicare gli interlocutori della CECAL. In questo senso, il Rapporto introduce un’inversione di tendenza controversa che avrebbe richiesto una valutazione più attenta".

Copertura sulle 24h

Allo stesso tempo, appare problematica la rinuncia all’obbligo di copertura sulle 24h delle polizie comunali: "sussiste infatti la preoccupazione che, complice anche l’attuale carenza di pattuglie, ciò contribuisca a compromettere l’interventistica d’urgenza in tutte le fasce orarie". Per contro, nel quadro proposto e di fronte alla dotazione di personale odierna, "l’assegnazione di diverse competenze di prossimità alle Polizie comunali viene accolta positivamente". Anche in quest’ottica, il VPOD rimarca che in linea generale l’assunzione di maggiori compiti di prossimità e di prevenzione da parte della Polizia risulta condivisa. "Questa prospettiva non deve tuttavia necessariamente accompagnarsi da un’eccessiva sussidiarietà a favore degli enti locali, principio che sembra invero permeare troppo diffusamente molte scelte del Rapporto".

Numerose riserve

Nel complesso, pur segnalandone puntualmente gli aspetti positivi, il Sindacato VPOD polizia accoglie il Rapporto con numerose riserve. "Auspicando perlomeno che nella sua eventuale implementazione vengano apportati gli opportuni correttivi, si ribadisce comunque l’esigenza di procedere verso una Polizia unica che assicuri anche la necessaria prossimità al territorio".