Ticino
Rallenta il calo del dialetto
Rallenta il calo del dialetto
Rallenta il calo del dialetto
Redazione
9 anni fa
Solo il 30,7% della popolazione ticinese lo parla ancora in casa, ma spuntano nuovi utilizzi sui social media

Continua a diminuire in Ticino il numero di persone che parlano dialetto a casa, ma in modo meno marcato rispetto al passato.

È quanto emerge da uno studio congiunto dell'Osservatorio linguistico della Svizzera italiana (OLSI) e dell'Ufficio di statistica (USTAT), realizzato sul periodo 2010-2012, i cui risultati sono pubblicati sul Corriere del Ticino di oggi.

Il 30,7% della popolazione ticinese sopra i 15 anni di età ha dichiarato di parlare dialetto a casa, una percentuale che nel 2000 era ancora del 36,7%. Un altro 16,3% dei censiti ha invece affermato di parlare dialetto e italiano a casa, contro il 17,4% di una decina di anni prima.

"Complessivamente negli ultimi dodici anni vi è stato un ulteriore calo di parlanti dialettofoni, ma rispetto ai rilevamenti precedenti sembra esserci per lo meno un rallentamento del calo e quindi un segnale di un possibile equilibrio e riassestamento della dialettofonia" si legge nello studio.

Il coautore dello studio Matteo Casoni sostiene dal canto suo che rispetto agli anni '70 e '80, "il dialetto gode al giorno d'oggi di uno statuto un po' diverso e non è più così stigmatizzato."

"Anche il dialetto è in continua trasformazione" prosegue Casoni. "Si pensi ad esempio agli spot pubblicitari, oppure ai social network, agli sms, ai blog dove si comunica in dialetto. Questo fatto, pur non determinando un ritorno in termini di numero di persone che ne fanno uso, mostra che questa lingua ha acquisito un'immagine un po' più sociale e non più in conflitto con l'italiano. Anzi, colui che scrive in dialetto su Facebook desidera apparire più brillante e più simpatico. Si tratta dunque di un fattore positivo in tal senso. Questo quando normalmente il dialetto è la lingua della montagna, non dei social media."

Casoni sottolinea che il dialetto continua a rappresentare "un segnale identitario verso l'Italia", ma non si sbilancia in previsioni per il futuro. "È difficile fare previsioni, anche se sono stati fatti dei tentativi di calcolo statistici per fissare la data di morte dei dialetti con delle proiezioni" dichiara il coautore dello studio. "Reputo tuttavia poco plausibili situazioni che potrebbero portare a degli stravolgimenti importanti, sia in termini di altri crolli che di improvvise riscoperte."

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