Ticino
“Raccogliere le castagne per valorizzare il Ticino”
Marco Jäggli
4 anni fa
Inizia la stagione delle castagne, siamo andati a visitare i castagneti, dove gli alberi finalmente si stanno riprendendo dall’attacco del cinipide

La castagna è una preziosa risorsa della selva ticinese, i nostri antenati infatti la utilizzavano come il pane. Teleticino ha visitato una selva castagnile sul Monte Ceneri, selva che dava da mangiare ad intere famiglie e dove si può osservare gli innesti dei nostri avi, praticati anche più di un secolo fa, per aumentare la produttività: “Abbiamo l’eredità di una civiltà contadina, quando il castagno era molto importante per vivere, che oggi possiamo ancora utilizzare”, spiega Marco Conedera, dell’istituto federale di ricerca di Cadenazzo.

Castagni salvati dal cinipide
Il problema cinipide sembra finalmente passato, grazie all’inserimento nell’ambiente di un antagonista dell’imenottero che ha infestato le tipiche piante della tradizione ticinese. Le piante infatti hanno ricominciato a produrre frutti: “È assolutamente grazie a questo antagonista che disponiamo delle castagne”, racconta Marco Conedera, “ma in generale che il nostro patrimonio castanicolo, comunque sofferente, ha ancora un chance di sopravvivenza”

Inizia la stagione: “Favorire le castagne ticinesi”
In vista della raccolta autunnale, l’associazione dei castanicoltori invita a ripetere, o addirittura superare, le quantità dello scorso anno, quando ai centri raccolta ne vennero consegnate quasi 60 tonnellate. Queste verranno pagate da 1.50 a 3fr al chilo, ma attenzione a non confondersi con le varietà ibride: “Bisogna distinguere tra le castagne piccole, più gustose e tipicamente ticinesi, da quelle più grandi, anche più di un 5 franchi, che sono però di varietà ibride, spesso coltivate per la vendita”, spiega Paolo Bassetti, responsabile dei centri raccolta del Ticino. Per produrre prodotti nostrani infatti vengono solo usate le castagne della tradizione, vista la qualità superiore e la difficoltà di conservare alcune varietà ibride.

I prodotti, dalle caldarroste ai gnocchi
“Basiamo tutto sulla raccolta spontanea da parte della popolazione”, spiega Bassetti, “non è come per il mais o il frumento, dove ci si rivolge agli agricoltori”. Per quanto riguarda i prodotti che ne derivano: “le castagne grandi sono utilizzate come caldarroste, mentre quelle più piccole verranno essiccate, dopo la quale verranno trasformate in farina o fiocchi o ancora, successivamente in gnocchi, vermicelles e altri prodotti”. “È importante”, spiega infine Bassetti, “avere tutta la paletta di vendita perché sennò non valorizziamo il nostro raccolto, che è composto per l’80% di castagne piccole. Nessuno vuole comprare delle castagne piccole per fare caldarroste, quindi senza essicazione non potremmo valorizzarle”

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