
Esprimere la propria “profonda preoccupazione” per l'evoluzione della situazione legata alla presenza del lupo sul territorio. È l’obiettivo di una lettera inviata al Consiglio di Stato dall’Ente Regionale per lo Sviluppo del Locarnese e Vallemaggia (ERS-LVM), secondo cui la problematica “sta assumendo una dimensione sempre più critica e richiede una presa di posizione chiara”, ma soprattutto “misure concrete da parte delle autorità cantonali”.
"Numero di predazioni allarmante"
Negli ultimi mesi, ricorda l’Ente, il numero di predazioni da parte del lupo ha raggiunto “livelli allarmanti”. Da inizio anno “si stimano oltre 120 capi d'allevamento potenzialmente predati nel cantone, di cui 72 già ufficialmente accertati”. Un incremento “che conferma una tendenza in continua crescita e che supera il precedente record del 2022”. Questo fenomeno “ha gravi ripercussioni su un settore già fragile come quello dell'economia alpestre, compromettendo non solo la sostenibilità dell'allevamento e dell'agricoltura di montagna, ma anche l'intero tessuto economico e sociale delle valli”.
"Servono azioni concrete"
Mantenere attive le produzioni agricole e pastorali “significa mantenere vive le comunità montane, garantire un presidio del territorio e offrire opportunità occupazionali, anche per le nuove generazioni”, viene ribadito. In questo senso, “la presenza incontrollata del lupo rappresenta un fattore dissuasivo all'insediamento e alla permanenza in valle, alimentando il divario tra centro e periferia". Secondo l’Ente, servono azioni concrete proprio per mitigare il divario tra centri e periferie. Divario che a oggi “si è amplificato nella percezione della popolazione, con le seconde toccate in modo esistenziale dal problema e i primi a sottovalutarlo, se non quando toccati direttamente”.
L'auspicio
In conclusione, l’Ente ritiene che vi siano margini d'azione che vadano sfruttati appieno. Esperienze di altri Cantoni “dimostrano che un approccio più deciso e pragmatico è possibile”. A tal proposito, “auspichiamo che il Piano d'azione cantonale venga finalmente pubblicato e contenga disposizioni operative concrete, atte a fornire risposte tempestive ed efficaci ai bisogni delle popolazioni coinvolte”. A questo stadio, la problematica è a tal punto evidente “che non agire significa non volerlo fare, piuttosto che non poterlo fare”.