Ticino
“Quando sento gli aerei ho ancora paura”
La situazione, anche dal punto di vista umano, è delicata e gli arrivi al centro federale d’asilo non si arrestano. Crippa: “Si vede grande stanchezza e tristezza”

“Si intravvede una grande stanchezza, l’incertezza e la tristezza di aver lasciato a casa le persone care”. Queste sono le parole della direttrice Capo Regione procedurale Ticino e Svizzera Centrale della Segreteria di Stato della Migrazione (Sem) Micaela Crippa che accoglie i rifugiati al centro federale di asilo di Chiasso. Proprio qui si trova un ambiente caotico.

Tanta affluenza
L’affluenza di persone che fuggono dalla guerra in Ucraina nell’ultima settimana è stata tanta. Come numerose le persone che già nella mattinata di questo giovedì hanno raggiunto il centro della cittadina di confine. Loro, prevalentemente donne e bambini, il confine però, e gli innumerevoli a seguire per raggiungere la Svizzera, l’hanno passato giorni fa.

“Quando sento gli aerei ho paura”
“Vengo da Kiev e sono partita l’8 marzo con mio figlio, sono venuta qui perché ci sono degli amici di mio marito. Lui invece è rimasto in Ucraina e sta facendo l’addestramento militare. Ora finalmente mi sento al sicuro anche se quando sento volare gli aerei mi viene subito paura”, ha raccontato una giovane donna ai microfoni di Ticinonews incontrata a Chiasso.

Un viaggio lungo
Per fuggire dalla guerra si è disposti a tutto. L’istinto umano porta a scappare per trovare situazioni migliori. “Per venire qui abbiamo fatto una strada lunga, prima siamo passati da Odessa a prendere nostra figlia che è incinta, poi abbiamo attraversato la Moldavia, la Romania e alla fine siamo arrivati in Italia, da lì qui in Svizzera”, racconta un’altra donna.

Una macchina attivata d’urgenza
Per poter rimanere in Svizzera, oltre ai 90 giorni concessi di regola, i profughi ucraini devono richiedere al centro di Chiasso il permesso di protezione S. Ad oggi ne sono stati rilasciati 750 e solo nel corso di questa mattina ne sono stati inoltrati più di 150. Una macchina attivata d’urgenza che, soprattutto all’inizio, ha faticato a tenere il ritmo delle richieste. “Durante il fine settimana è stata abbastanza complessa da gestire ma ora stiamo attuando le modalità di lavoro”, spiega Crippa.

Situazione umana difficile
Una situazione, quella al centro di asilo di Chiasso, difficile non solo da un punto di vista burocratico ma anche umano. “Tutti hanno un passato traumatico e un vissuto difficile. Sono partiti dal paese d’origini con pochissime cose. Sono situazioni delicate”, conclude la direttrice.

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