
Questa è un'ordinanza che farà parecchio discutere, un po' come quella del Municipio di Bellinzona di limitare il rumore nei bar a 65 db. Da una parte c'è la quiete pubblica, dall'altra l'economia e i momenti d'aggregazione e di divertimento nei locali pubblici.Stavolta siamo a Lugano. Dove le nuove regole dell'Ordinanza municipale sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione - che è entrata in vigore il 9 giugno - prevede la chiusura anticipata dalle 5.00 alle 3.00 per le discoteche e discobar durante i giorni feriali (a meno di deroghe in occasione di eventi particolari). Il sabato e la domenica mattina è invece permessa come in passato la chiusura alle 5.Come scrive stamane il Corriere del Ticino alcuni gerenti di locali notturni però non ci stanno a chiudere due ore prima, specialmente il giovedì sera, che è divenuto un giorno gettonatissimo dagli amanti della movida luganese. Sono tanti infatti quelli che il giovedì iniziano dall'aperitivo... e finiscono la serata al NYX, al Club 1, al Living Room o in uno degli altri club che prima di questa ordinanza erano aperti fino alle 5.Diversi gerenti si sono già mossi con richieste di deroga. Il problema è che ormai l'ordinanza - assai in sordina a dire il vero - è stata pubblicata e nessuno ha fatto ricorso. A questo punto non vanno però escluse eventuali azioni legali.Lorenzo Quadri: "Non tutte le ciambelle riescono con il buco""Si tratta, come spesso accade, di dover mediare tra esigenze contrastanti. In questo caso quelle dei gestori dei locali notturni e quelle di chi ci abita nelle vicinanze. Non tutte le ciambelle riescono con il buco e questa non è delle più rotonde. E penso che la situazione attuale non è scolpita nel granito e dunque credo che il Municipio potrà tornare a chinarsi sulla questione", dice a Radio3i il municipale Lorenzo Quadri. "Il problema - aggiunge Quadri - è sostanzialmente quello del giovedì. E credo che per il giovedì si potrà concordare una soluzione più elastica. In cambio i gestori dovranno però impegnarsi a vigilare sui comportamenti dei loro avventori una volta che sono usciti dai loro locali. Un buon compromesso, senza dimenticare che siamo una città a vocazione turistica".
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