Politica
"Putin capisce bene la forza, ma imporgliela non è facile"
Redazione
13 ore fa
Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa, analizza il vertice tenutosi in Alaska tra Vladimir Putin e Donald Trump.

Il vertice in Alaska tra Vladimir Putin e Donald Trump si è concluso senza nessun accordo o un cessate il fuoco. A cosa è servito dunque concretamente questo incontro? Ne abbiamo parlato con Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa.

È stato un passo avanti verso la pace o piuttosto un’occasione per rilegittimare Putin sulla scena internazionale?

"Prima di tutto bisogna andarci piano con i giudizi definitivi. Il quadro sarà più chiaro con l'incontro di lunedì a Washington tra Trump e Zelensky. La sensazione è che Trump abbia fatto capire a Putin che non può pretendere di assoggettare tutta l'Ucraina, perché sul campo non ha ottenuto una vittoria netta. Allo stesso tempo, è probabile che lunedì alla Casa Bianca Trump dica a Zelensky che dovrà rinunciare ad alcuni territori. Quanto alla “rilegittimazione” di Putin, parlerei piuttosto di un tentativo di riavvicinamento reciproco tra americani e russi su alcune questioni, compresa l’Ucraina. Rilegittimazione mi pare una parola priva di senso: la Russia non è stata isolata. Ha interrotto i rapporti con l’Occidente e l’Occidente con la Russia, ma Mosca ha continuato a mantenere relazioni con gran parte del resto del mondo".

Zelensky continua a ripetere che Putin capisce soltanto la forza. Finché non gli si imporrà la pace a certe condizioni, lui continuerà a fare i propri interessi. È davvero possibile piegarlo con la forza, dopo tre anni di guerra?

"Un conto sono le teorie, un altro la realtà dei fatti. È vero che i russi sono sensibili alla forza, il problema è che gliela devi imporre la pace, non solo a parole ma riconquistando i territori perduti. Ed è proprio ciò che l’Ucraina non è riuscita a fare". 

L’Ucraina rischia quindi di perdere territorio? L’avanzata russa sembra essersi accelerata negli ultimi giorni…

"Sì, l’avanzata è accelerata, ma non più di tanto. È una guerra di sfinimento, che ricorda sinistramente la Prima guerra mondiale, quando i progressi territoriali da entrambe le parti erano poco significativi. Da questo punto di vista i due contendenti si equivalgono: l’Ucraina, che sulla carta è meno potente della Russia, ha dalla sua parte l’Occidente che la sostiene militarmente e finanziariamente. Dall’altra parte c’è la Russia, un Paese enorme e ricco di risorse naturali".