Ha fatto parecchio discutere, soprattutto Oltreconfine, la notizia diffusa ieri da La Provincia di Como secondo cui soltanto un automobilista svizzero su sette paga le multe elevate dalla polizia locale, per un ammanco complessivo nelle casse di Palazzo Cernezzi di circa 300mila euro (vedi articolo suggerito).

In molti hanno evidenziato come se da un lato, quello italiano, è spesso e volentieri possibile 'farla franca', dall’altro - quello svizzero – l’impresa è decisamente più ardua. “Provate a fare il contrario per vedere cosa succede - scrive il quotidiano comasco - denuncia penale, rogatoria internazionale, convocazione formale da parte della polizia giudiziaria e rischio di doversi pure rivolgere a un avvocato”.

Per un automobilista comasco fare lo stesso con una contravvenzione presa in Svizzera rischia di essere impossibile. La denuncia penale si estingue in un solo modo: pagando. Lo scorso anno la Procura di Como si è trovata a dover gestire circa settanta rogatorie internazionali.

Il quotidiano comasco ha raccolto la testimonianza di un legale, l'avvocato Biagio Giancola, che ha confermato quanto sia difficile sfuggire alle lunghe mani della giustizia elvetiche. "Più volte i miei clienti sono stati chiamati dai Carabinieri che, nell'ambito dell'assistenza giudiziaria verso le autorità svizzere, li hanno interrogati per sapere chi guidava il mezzo quando ha preso la sanzione pecuniaria. C'è chi ha rischiato perfino la galera".

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