
Una bacheca dove pubblicare il proprio annuncio e una breve presentazione delle prestazioni fornite. Ma anche un modo per far emergere dalla clandestinità le donne che per scelta o per necessità si prostituiscono legalmente. Si chiama Quickflirt.ch ed è un portale le cui finalità sono molteplici. Il progetto, nato per rispondere a un esigenza diffusa tra le donne che praticano legalmente la prostituzione, parte dal principio di base della riduzione del danno, ovvero affrontare il fenomeno della prostituzione con una chiave pragmatica partendo dal presupposto che la prostituzione è talmente diffusa da non essere più controllabile con la repressione. “Si può pensare che la prostituzione va eliminata. Il problema è che non ho ancora trovato chi mi dirà come si fa” ha affermato uno degli ideatori di quickflirt.ch, Michel Venturelli. Io parto da un contesto che mi dice che tra il 60 e l’80 % del sesso a pagamento in Ticino è di origine illegale. Due allora sono le possibilità: o la polizia le butta fuori, oppure non si può far finta che queste persone non ci sono. Sappiamo che le prostitute non possono denunciare perché se lo fanno polizia e magistratura le espellono e loro non vogliono essere espulse. Sappiamo inoltre che nel mondo a luci rosse ci sono tassi molto alti di criminalità. Penso che allora che come società bisognerebbe smettere di essere morali al punto di diventare immorali. Bisognerebbe invece diventare pragmatici”. Pragmatismo che sembra sia stato preso in considerazione anche dal Dipartimento delle istituzioni che, per bocca del suo direttore Luigi Pedrazzini – in un intervista resa al domenicale Il Caffè domenica scorsa - ha affermato che si potrebbe legalizzare le prostitute attraverso un permesso di lavoro temporaneo. Il progetto – che riprende una mozione presentata dal deputato Sergio Savoia inoltrata lo scorso anno – sarà sottoposto al Consiglio di Stato. Ma, come detto, il portale si presenta come un’entità volta a rappresentare le prostitute fornendo loro una serie di servizi legali e sanitari attraverso la consulenza e la sensibilizzazione. Non solo. I promotori del progetto quickflirt puntano anche al riconoscimento delle prostitute in quanto categoria professionale anche per superare i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti di chi pratica il lavoro di prostituta. Un lavoro nel quale, per il momento, la legalità rappresenta ancora uno svantaggio rispetto a chi opera nella clandestinità. Presenti alla conferenza stampa di questa mattina a Bellinzona anche alcuni rappresentanti delle istituzioni che, a parte qualche appunto su alcuni link pubblicizzati dal sito, hanno accolto positivamente la nascita del portale.[email protected]
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