
Ticino e Vaud chiedono a Berna di legalizzare residenza e lavoro delle prostitute illegali che arrivano dal Sud America o dai Paesi dell'Est, cioè fuori dai bilaterali. La maggior parte delle volte le prostitute illegali che entrano in Svizzera con un permesso turistico finiscono nelle mani della criminalità organizzata. E il giro d'affari è di oltre 3,5 miliardi l'anno. Ne dà notizia oggi il Caffè.Secondo i dati della polizia cantonale sarebbero 200 le prostitute regolarmente registrate e circa 400 quelle clandestine. E il ricambio delle ragazze è pure molto alto, a causa della scadenza dei permessi di soggiorno turistici, impiegati per entrare nel nostro Paese e prostituirsi. Secondo il Casi (Club gerenti dei locali a luci rosse), sarebbero 1'600 il numero di prostitute necessarie per soddisfare la domanda di sesso nel nostro cantone. Spiega Marco Garbani, avvocato del Casi: “Le prostitute che operano nella trentina di locali a luci rosse in Ticino sono notificate e rintracciabili. I continui blitz alla ricerca di prostitute non in regola sta spostando le ragazze dai locali agli appartamenti privati. E lì il controllo della polizia sarebbe molto più difficile”.Ma in Ticino qualcosa si sta muovendo. A settembre con una mozione firmata da Sergio Savoia e da altri parlamentari si è chiesta la realizzazione di un ‘permesso doc’ per le prostitute. Nella mozione si legge: “Oltre la metà delle ragazze che offrono sesso a pagamento lavora illegalmente. L’attuale strategia messa in campo (blitz ed espulsioni, precisa il Caffè) non permette alle forze dell’ordine di utilizzare le proprie energie per lavorare contro il crimine in modo efficace. Inoltre mancano le conoscenze di base necessarie a regolamentare il fenomeno in modo efficace, per proteggere le vittime e per mettere fuori gioco i criminali”.Poi, è stato creato un rapporto che sarà consegnato al Governo, elaborato da un gruppo di lavoro sulla prostituzione. Il Caffè scrive inoltre che a seguire il Ticino sarà il canton Vaud, con una mozione ed una raccolta firme.Dichiara Guido Santini, direttore della Divisione degli interni e presidente del gruppo di lavoro interdisciplinare sulla prostituzione: “Il rapporto è pronto, ma nessuna anticipazione sui risultati. Dovevamo rispondere ad una mozione parlamentare, che chiedeva appunto di valutare l’istituzione di un permesso di lavoro temporaneo per le prostitute, e noi l’abbiamo fatto. Credo che il consiglio di Stato valuterà in settembre le nostre conclusioni”.Ora spetta al Governo valutare le conclusioni del gruppo di lavoro e avviare se del caso una formale richiesta a Berna di allargamento anche alla prostituzione dei permessi di dimora temporanei agli extracomunitari.
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