
Yasar Ravi è stato prosciolto. Non vi fu istigazione, non vi fu falsità in documenti, né l’ex deputato poteva prevedere la frode fiscale. Condannate però, per la truffa, altre tre persone.
I fatti sono quelli relativi alla vendita di Villa Violetta. L'oneroso edificio di Castagnola di cui la proprietaria decise di disfarsi, una decina di anni fa, senza però riconoscere all'ex marito la giusta parte. Escogitò il trucchetto dei due contratti: uno con un prezzo di vendita inferiore a quello reale, l’altro per il mobilio che in realtà serviva a compensare la differenza tra il reale prezzo di vendita e quello che la donna voleva dichiarare all’ex marito.
Per questa frode sono state condannate a pene pecuniarie sospese tre persone: la venditrice della villa, l’acquirente e il commercialista che si occupò dell’operazione. Lo Stato ha già recuperato i 675'000 franchi che spettavano al fisco.
Ma le altre persone chiamate in tribunale non possono essere ritenute complici di quella manovra. Ravi, che padroneggia l’inglese, fu contattato unicamente per redigere i contratti in due lingue, senza essere a conoscenza del quadro complessivo dell’operazione, come ha sempre detto il suo avvocato Luigi Mattei. Eppure Ravi durante l’inchiesta pagò a caro prezzo, finendo addirittura in carcere. Tra l’altro per quella carcerazione a Palazzo di Giustizia scoppiò la bufera: il giudice preposto non aveva infatti confermato l'arresto, chiesto dal procuratore Arturo Garzoni sulla base del reato di truffa, per il quale però non furono riconosciuti gli estremi. Oggi, dopo tutti questi anni, l’avvocato Mattei può finalmente esprimere la soddisfazione del suo assistito per aver ottenuto giustizia, seppure a distanza di troppo tempo, spiega il legale. Yasar Ravi, personaggio pubblico, avvocato e gran consigliere, pagò più di tutti per questa vicenda costretto, citiamo, a vivere nell’incertezza e nel disagio, anche professionale. Ma ora che ne esce pulito, lo stato è condannato a pagargli un risarcimento di circa 120mila franchi.
Il risarcimento è garantito anche al notaio che fu trascinato nel procedimento e che è stato prosciolto da ogni accusa.
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