
Il Consiglio degli Stati si allinea al Nazionale nell'allungare la vita alle onde fm: in Svizzera continueranno ad essere usate almeno fino a fine 2031. La decisione complica la posizione della Ssr, che dopo aver restituito la concessione precedente, non esclude un ritorno. C'è soddisfazione da parte delle radio private. Ticinonews ha raccolto le reazioni di Alessandro Colombi, amministratore delegato del Gruppo Corriere del Ticino.
La soddisfazione del gruppo Cdt
Anche a Muzzano la reazione è all'insegna della soddisfazione :"la decisione ci toglie un bel mal di testa", spiega Colombi. "Lo spegnimento dell'Fm era un bel problema per noi radio di confine, perché avrebbe corrisposto con una diminuzione degli ascolti, e quindi a un minor potere di negoziazione sulla raccolta pubblicitaria". La decisione è accolta quindi con "piacere e serenità verso il futuro". Allo stesso tempo, il gruppo editoriale è pronto a giocarsi un eventuale bando Fm per radio3iii nel 2027: "se si aprirà, parteciperemo anche a questo nuovo bando", afferma l'amministratore delegato. D'altra parte, Colombi sottolinea come i costi delle trasmissioni Fm di radio3iii siano coperti unicamente dalla pubblicità: "i contributi che riceviamo coprono solamente le trasmissioni in Dab+".
Meno risorse per i contenuti?
La posizione del Consiglio Federale, ribadita a più riprese, è che trasmettere in Fm sottrae risorse ai contenuti. Colombi spiega come siano "molto più alti i rischi legati all'interruzione delle Fm e alla perdita di gettito pubblicitario". Il riferimento va ad uno studio del 2022 commissionato dal gruppo Cdt, secondo il quale oltre il 35% del pubblico ascolta ancora la radio in Fm. La perdita di questi ascoltatori "avrebbe rappresentato un problema", benché il gruppo "si sarebbe adeguato entro il termine deciso, quello del 31 dicembre 2026". Ciò, malgrado "lo spegnimento sarebbe stato equivalente ad una riduzione degli ascolti".
