Ticino
Profughi ucraini, si punta sull’integrazione
Immagine Shutterstock
Immagine Shutterstock
Andrea Scolari
3 anni fa
Aperto a Chiasso il primo sportello per gli ucraini fuggiti dal conflitto. Due i principali obiettivi: l’acquisizione di competenze linguistiche e la collocazione nel mondo del lavoro. Altri sportelli apriranno a Lugano e Bellinzona

Continua la strategia cantonale dedicata ai profughi ucraini e dopo una prima fase incentrata prevalentemente sugli aspetti burocratici ora si punta sull’integrazione. Proprio per questo oggi a Chiasso è stato aperto il primo sportello di consulenza regionale con lo scopo di mettere in campo ulteriori misure di sostegno. “Con questa nuova fase”, spiega il direttore del DSS Raffaele De Rosa, “vogliamo favorire l’apprendimento linguistico e l’inserimento sociale con un’attenzione particolare verso famiglie, giovani e bambini.” “È estremamente difficile fare previsioni a lungo termine – ha affermato De Rosa- per questo le indicazioni della Confederazione sono quelle di prevedere e pensare dei programmi di integrazione e inserimento con l’orizzonte di almeno un anno.”

Due i principali obiettivi: l’acquisizione di competenze linguistiche e la collocazione nel mondo lavorativo con la conseguente questione della conciliabilità lavoro famiglia essendo prevalentemente donne e bambini quelli giunti nel nostro cantone. Ma anche favorire la vita sociale. “I primi ambiti sono proprio quelli dell’integrazione linguistica e sociale in modo da permettere, ha spiegato la caposezione del sostegno sociale Cristina Oberholzer Casartelli, un’interazione con le persone sul territorio. Sono queste – ha affermato Casartelli- le nostre priorità per il periodo estivo”.

Una sfida ulteriore quella della collocazione lavorativa. Degli oltre 2700 profughi presenti nel nostro Cantone sono il 56% quelli che potrebbero essere potenzialmente attivi nel mercato del lavoro.

“Abbiamo donne, uomini e giovani che richiedono un accompagnamento particolare” ha detto il direttore del DSS.

Un programma volto all’integrazione e uno sportello pronto ad accogliere e a fornire consulenze.

“Accoglieremo le persone con permesso S al fine di dargli una consulenza specifica per i bisogni di ogni singolo per visualizzarle come è possibile integrarli nella società. Ad esempio, con colonie, corsi di lingua o, in futuro, anche un inserimento nel mondo del lavoro” ha spiegato il responsabile dell’Ufficio servizi sociali di Chiasso Andrea Bianchi

Altri sportelli apriranno a Lugano e Bellinzona, ma a fare da apripista è il comune di Chiasso. “Il nostro comune – spiega la municipale Roberta Pantani- ha sempre risposto presente perché siamo una città di confine e giocoforza dobbiamo far fronte ai flussi migratori. Siamo una città cresciuta sullo scambio con il confine e quindi anche questa volta facciamo la nostra parte” ha inoltre affermato la municipale.

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata