
In Svizzera arrivano i profughi ucraini, di cui la maggior parte donne, bambini ed anziani. La solidarietà nei loro confronti è grande. “Non si tratta infatti di migranti economici bensì di persone che scappano da una guerra e che, senza l’aggressione militare russa, non si sarebbero sognate di lasciare il proprio paese”, sottolinea il leghista Lorenzo Quadri.
Lo statuto S conferito dal Consiglio federale permette la scolarizzazione dei bambini e la possibilità di lavorare. A tal proposito, sottolinea Quadri, “destano tuttavia perplessità le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dai vertici di Economiesuisse i quali sembrano salutare con eccessivo entusiasmo l’arrivo di profughi ucraini i quali, a loro dire, potrebbero ovviare ad una asserita carenza di manodopera specializzata in Svizzera”.
Simili esternazioni – continua – “lasciano planare il sospetto di intenzioni reali discutibili, miranti all’assunzione di profughi ucraini al posto di cittadini svizzeri, operazione che verrebbe oltretutto ammantata di solidarietà fittizia”. La presenza di cittadini ucraini in Svizzera, conclude, “deve essere temporanea e non trasformarsi in immigrazione stabile”.
Domande al Consiglio federale
- È intenzione del CF vigilare tramite i suoi servizi affinché la pretesa solidarietà non si trasformi in forme di abuso (sostituzione di lavoratori residenti, dumping salariale)?
- Come valuta il CF il rischio di cui alla domanda precedente?
- Come intende agire il CF per evitare che la possibilità di lavorare di cui beneficiano i profughi ucraini si trasformi in un disincentivo al rimpatrio una volta (si spera il prima possibile) terminato il conflitto?
- Come si presenta la situazione sul fronte dei tentativi di abuso nell’ambito dell’asilo ad opera di non aventi diritto messi a segno approfittando della guerra in Ucraina?
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