
Il Ticino si è subito attivato per andare in aiuto a chi scappa dalla guerra in Ucraina. Di recente a Bellinzona è stato anche presentato un piano di accoglienza che delinea gli aiuti specifici. In tal senso anche la Confederazione si sta muovendo con la mobilitazione della protezione civile in aiuto alla Segreteria di Stato della migrazione.
Ma l’aiuto del Ticino è troppo rispetto agli altri cantoni? A porsi la domanda è Matteo Quadranti in un’interpellanza al Consiglio di Stato. “L’emergenza ucraina è lapalissianamente un’urgenza. Le questioni sollevate sono pratiche e di attualità estrema per cui le risposte servono ora e non tra dei mesi”, sottolinea Quadranti. Tanto il Consiglio federale quanto l’Esecutivo cantonale “hanno lodato la reazione di solidarietà dei ticinesi sia in termini di sostegno finanziario alle varie iniziative di solidarietà in Ucraina, sia per la messa a disposizione volontaria di beni e alloggi da parte dei ticinesi”.
Le domande al Governo:
1) Le decisioni o altrimenti detto, il dispositivo adottato dal nostro Cantone è in linea con quello degli altri Cantoni? È più generoso o più parsimonioso con riferimento all’entità dei sostentamenti e agli aiuti ai costi di alloggio e vitto sia in strutture pubbliche che private?
2) Il Governo ha indicato che “Non è per ora previsto un riconoscimento legato ai costi dell’alloggio presso un privato che offre ospitalità”, mentre sottoscriverà i contratti di locazione e pagherà le pigioni negli altri casi. Il fatto che si dica “per ora” significa che il Governo sta valutando eventuali modalità di auto anche in queste ipotesi di alloggio presso privati volontari? In caso negativo, quali sono i ragionamenti fattuali o giuridici alla base di tale distinguo?
3) Quali sono i dati disponibili circa la presenza di interpreti noti o annunciatisi, rispettivamente vi è una stima del fabbisogno necessario?
4) Circa la scolarizzazione o l’assistenza sociale, appare che si renda e renderà necessario un colpo di mano in termini di docenti di scuola dell’obbligo e superiori e di docenti alloglotti, nonché assistenti sociali. È possibile ev. in caso di necessità di far capo agli studenti degli ultimi anni dei dipartimenti competenti della SUPSI per entrare in attività?
5) Sono previsti, al di là delle hotline pubblicate sul sito cantonale, punti o momenti d’incontro Cantonali e/o Comunali tra autorità politiche, amministrative, scolastiche, da un alto e famiglie ospitanti/profughi, dall’altro?
6) Non si ritiene necessario potenziare i centri di registrazione anche per andare incontro alle famiglie ricettive?
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