Ticino
Prodotti locali: “Impennata di vendite online”
Redazione
4 anni fa
Il settore ortofrutticolo ticinese dipende molto dalla ristorazione, ma nell’ultimo anno sono aumentate anche le richieste online, conferma Marco Bassi, direttore di Tior

Nell’anno della pandemia il fatturato delle derrate alimentari in Svizzera ha registrato cifre da record. Complessivamente la popolazione svizzera ha speso 29,9 miliardi di franchi. L’incremento rispetto al 2019 è stato del 11,3%. La maggior parte del bugdet annuale di ogni economia domestica è stato speso in carne (1383 franchi), ma è anche cresciuto il consumo di prodotti biologici: quelli più gettonati sono uova, verdure e patate.

Come sta il settore ortofrutticolo ticinese?
La chiusura dei confini la scorsa primavera ha aiutato il settore ortofrutticolo ticinese, con un aumento dei consumi. Dall’altro la chiusura della gastronomia ha penalizzato il settore, con alcuni prodotti, soprattutto insalate come il lollo rosso e quello verde, che erano difficili da rivendere nella grande distribuzione. Ora la storia si ripete per quanto riguarda i ristoranti, ormai chiusi da oltre un mese. “Attualmente la produzione è abbastanza ridotta visto che siamo in inverno, ci stiamo preparando per la primavera”, spiega Marco Bassi, direttore di Tior, ai microfoni di Teleticino. “Ma se non riapre la gastronomia riscontreremo gli stessi problemi dell’anno scorso”, puntualizza. Per sopperire a questa mancanza, l’associazione fa uso anche della tecnologia. Da quattro anni ormai è online il sito www.portoacasa.ch , un servizio a domicilio per portare i prodotti ticinesi direttamente a casa, ma solo recentemente si è assistito a un’impennata di richieste. “Dal primo lockdown c’è stata un’impennata delle vendite, abbiamo lavorato molto bene con l’online e lo stiamo facendo tuttora”. Del resto c’è anche una sensibilità maggiore verso i prodotti locali. Ma i prezzi? Questa è sempre una questione spinosa quando appena al di là del confine i prodotti costano meno. Ma per Bassi i prezzi svizzeri sono giustificati, anzi per i costi da sostenere, sono ancora a buon mercato, spiega nel servizio.

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