Ticino
Problemi nella sinistra ticinese
Thomas Schürch
3 anni fa
La posizione del Partito comunista sul conflitto in Ucraina rischia di creare frizioni tra partiti della stessa area politica

Nell’ultimo mese ha fatto arricciare più di un naso, a sinistra, la posizione del Partito comunista sulla guerra attualmente in corso. Il Pc, rispetto a 30 giorni fa, quando tuonava contro il campo atlantico, reo a suo dire di fomentare il conflitto con la Russia, non sembra aver cambiato idea. E lo ha dimostrato martedì, abbandonando l’aula del Gran Consiglio mentre i parlamentari dibattevano sulla risoluzione contro la guerra, e lo ha fatto ancora di più ieri mattina con il suo comunicato stampa. Riferendosi alle sanzioni adottate anche da Berna e alle possibili conseguenze il Pc si chiede “chi tirerà adesso la cinghia? Ovviamente i ceti popolari e i lavoratori svizzeri, certamente non chi questa guerra l’ha preparata per anni (a Washington) e chi a Berna non ha mosso un dito sul piano diplomatico per non disturbare l’alleato nordamericano”. Dopo aver provocato per anni Mosca con la Nato “è facile giocare agli indignati quando si ha la pancia piena”.

Le reazioni
Sulla posizione assunta dal PC in merito al conflitto, il co-coordinatore dei Verdi Nicola Schoenenberger ha le idee chiare: “è assolutamente evidente il fatto che siamo di fronte a un’aggressione di una superpotenza verso un paese più piccolo, che vuole autodeterminarsi e che cerca democrazia”, ha detto Schoenenberger ai microfoni di Ticinonews. “Andare in modo così plateale a voler invertire le cose, in un dibattito pubblico, in Ticino nel XXI secolo, è qualcosa di piuttosto imbarazzante”.

Le possibili conseguenze
Il problema, politicamente parlando, è più spinoso di quanto sembri: non bisogna dimenticare che il Pc è un papabile alleato di socialisti e Verdi nella corsa al consiglio di Stato. Il Ps sembrava addirittura disposto a concedere ai comunisti un posto in lista. La situazione ora può cambiare? “Noi collaboriamo molto bene a livello cantonale e in alcuni comuni”, ha detto martedì sera a Matrioska la co-presidente del Ps Laura Riget. “Non tocca a me esprimermi sulla loro posizione a livello di politica internazionale. Fino adesso, anche quando ci siamo presentati uniti alle elezioni, l’abbiamo sempre fatto sulla base di una piattaforma programmatica comune che si concentrasse sugli ambiti di competenza per quella specifica elezione”. Da questo punto di vista “la collaborazione funziona e sarebbe mio auspicio mantenerla”.

Idee “controcorrente”
A livello di politica estera il Pc ha sempre avuto opinioni che la maggioranza definirebbe “controcorrente”. Si pensi, ad esempio, alla visita dei giovani comunisti alla Corea Del Nord, un paese dove, secondo le stime di Amnesty International, oltre 100mila cittadini sono detenuti in campi di concentramento. La Corea però è lontana, mentre l’Ucraina martirizzata dalle bombe è dietro l’angolo. E le migliaia di profughi arrivano anche da noi, così come le conseguenze economiche di questo conflitto pesano e peseranno anche sulle spalle degli svizzeri. È dunque difficile che la faccenda non entri nel dibattito pre-elettorale. E questo, sì, fa una grande differenza.

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