
Per chi ha una disabilità, una fuga come quella da un conflitto è particolarmente drammatica e gravida di conseguenze, dovute alla perdita, dall’oggi al domani, del sistema di supporto, e all’impossibilità di vedere riconosciuti i propri bisogni. In considerazione della crisi esplosa in Ucraina e nel quadro della concessione, per la prima volta nella storia, dello statuto S ai rifugiati provenienti da questo paese, Pro Infirmis ha stanziato dalle sue riserve un fondo di un milione di franchi volto a sostenere i profughi con disabilità che giungeranno in Svizzera.
Un aiuto umanitario “inclusivo”
Lo scopo del fondo è quello di “finanziare senza inutili burocratismi aiuti per i rifugiati con disabilità, affinché possano condurre in Svizzera una vita quanto più possibile autonoma”. Pro Infirmis intende così “sostenere una forma inclusiva di aiuto umanitario affiancando le autorità competenti nella ricerca di soluzioni pragmatiche e accertandosi che vengano rispettate le esigenze specifiche di queste persone”. L’organizzazione fornirà la sua consulenza a tutte le istituzioni, statali e no, che si occupano dei rifugiati, e al contempo “esorta la Confederazione e i Cantoni a considerare le persone con disabilità nei loro processi e a erogare i mezzi necessari. Grazie al fondo, i rifugiati con disabilità potranno avvalersi delle prestazioni di Pro Infirmis, per esempio la consulenza sociale, la quale integrerà rapidamente le strutture ufficiali indipendentemente dallo statuto dei beneficiari”.
La task force
Pro Infirmis ha inoltre costituito una task force per sviluppare velocemente altre offerte “tenendo conto degli effettivi bisogni delle persone con disabilità e delle peculiarità cantonali”. Presente in tutta la Svizzera, l’organizzazione “dispone di una buona conoscenza del territorio ed è in grado di attivare una fitta rete di contatti al fine di rimandare ai servizi del caso o di concepire nuove offerte”.
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