
Sta suscitando ondate di indignazione, la notizia del licenziamento in tronco di un dipendente della Casram di Mezzovico perché si era rifiutato di lavorare gratis.
Ora ad esprimersi sulla questione è il Partito Socialista, che in una nota stampa accusa la ditta di Mezzovico di essere "la vergogna dell'imprenditoria ticinese".
"O mangi la minestra, oppure accomodati: quella è la finestra. Questa è la filosofia di certe aziende" scrive il PS. "Che dapprima violano il contratto nazionale di lavoro, poi fanno pressioni sui dipendenti per far loro ingoiare il rospo e infine licenziano chi non si adegua."
"Perché proprio questo ha fatto la Casram di Mezzovico: ha licenziato su due piedi, con effetto immediato, un lavoratore (residente, si badi!) che, civilmente, aveva rifiutato l'aumento del carico di lavoro di 5 ore non pagate alla settimana" prosegue il PS. "In sostanza: se non lavori gratis, fuori!"
"Solo un caso individuale? La realtà è più grave" scrive il PS. "Anzitutto un caso serve da esempio, secondo la filosofia "Punirne 1 per educarne 100". Chi avrà ancora il coraggio di ribellarsi? Perciò a questi soprusi bisogna opporsi subito e con durezza."
"Inoltre la Casram ha goduto dei sussidi dello Stato" afferma il PS. "In sostanza, si è presa i soldi di tutti noi. Adesso però licenzia i lavoratori residenti. Bella riconoscenza verso la collettività."
"Da ultimo, Swissmem: proprio l'associazione di categoria ha suggerito alla Casram di operare così, minacciando e infine licenziando il dipendente che chiedeva rispetto per la dignità del proprio lavoro" conclude il Partito Socialista. "Ecco, questo è un bell'esempio di alcune delle aziende che operano in Ticino. Tante altre sono attente e sensibili ai problemi di chi lavora e noi non ci stancheremo di ringraziarle. Ma queste mele marce, queste parassite della collettività che succhiano i soldi pubblici e poi prendono a calci nel sedere chi chiede solo rispetto… ecco, queste sono la vergogna dell'imprenditoria ticinese."
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