
Dopo una leggera diminuzione dei premi malattia per l’anno in corso, è probabile che gli assicurati saranno chiamati alla cassa nel 2023. L’Ufficio federale della sanità pubblica ha confermato le indiscrezioni degli scorsi giorni e la probabile tendenza al rialzo. Berna non ha fornito cifre esatte, ma c’è chi parla di un aumento considerevole. A parlarne ai microfoni di Ticinonews Bruno Cereghetti, consulente in politica sanitaria e già a capo dell’Ufficio dell’assicurazione malattia ticinese.
“Cifre sorprendenti”
Secondo l’esperto sono cifre “assai sorprendenti”. Si parla di aumenti vicini alle due cifre e “questo non trova rispondenza almeno in quello che si vede a livello di mercato sanitario”. Un aumento di tale cifra dovrebbe essere giustificato e “dovranno poi seguire le misure appropriate per contenere il grande peso che l’aumento avrà sulle economie domestiche”.
Si dovrà ricorrere alle riserve?
“Ci sono certamente degli interventi puntuali che devono essere fatti, quelli che chiamo interventi di degenza da parte degli assicuratori malattia. Le riserve devono essere abbassate, oggi sono in cifre esorbitanti ma è chiaro che anche negli assicuratori malattia andrebbe fatto un forte ordine negli stipendi dei quadri”.
Il sistema è basato sui costi sanitari che aumentano ogni anno, ci sono delle proposte?
“Ci sono delle preoccupazioni. Da un lato c’è un aumento dei costi della malattia dato dall’aumento dell’età della popolazione e delle cure più efficaci e, inoltre, c’è un po’ di inazione da parte di chi decide ovvero il Parlamento e il Consiglio federale. Se noi consideriamo che l’aumento dei costi ci sarà perché la popolazione inevitabilmente tende a invecchiare, bisognerà rivedere le fondamenta del sistema che sono quelle di declinare i costi generati sui cittadini”.
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