Lugano
Pregassona, "Uno stabile incompiuto da quasi dieci anni, pericoloso per la popolazione"
Redazione
19 ore fa
A quasi dieci anni dall’abbandono del cantiere, un’interpellanza chiede conto al Municipio: “Quando sarà ripristinato lo stato originario?”

“Le immagini sono silenzi che gridano verità.” Con questa frase si apre l’interpellanza firmata dalla consigliera comunale di Lugano Sara Beretta Piccoli (Verdi Liberali) e da alcuni esponenti del Gruppo Liberale Radicale che riporta all’attenzione del Municipio di Lugano la situazione di un edificio incompleto e abbandonato, situato tra via Industria e via Giuseppe Maggi a Pregassona. A distanza di quasi dieci anni dall’interruzione dei lavori, "il sedime si presenta ancora in stato di precarietà". Già nel 2019 - si legge nel testo - l’On. Andrea Sanvido aveva sollevato la questione, e il Municipio aveva confermato che il cantiere era fermo dal 2015 a seguito del fallimento dell’impresa costruttrice. "Nonostante i solleciti rivolti ai proprietari per la messa in sicurezza e il riordino del fondo, la situazione risulterebbe immutata". Le immagini – tratte da Google Earth e da rilievi fotografici del 13 giugno 2025 – "mostrano lo stato attuale dello stabile, avviato approssimativamente nel 2016".

Regolamento edilizio cittadino

Nel testo si richiama quindi il Regolamento edilizio della Città di Lugano, in particolare l'Articolo 20, che consente al Municipio di sospendere, rimuovere o trasformare lavori iniziati senza autorizzazione o non conformi ai progetti approvati, e l'Articolo 21, che prevede la possibilità di revocare la licenza se i lavori sono sospesi per più di tre mesi o non conclusi entro due anni. Qualora dall’interruzione derivi molestia o pericolo per il vicinato, oppure sfregio al pubblico decoro o all’igiene, il Municipio può ordinare il ripristino dello stato primitivo, con spese a carico del proprietario.  Secondo i firmatari, lo stabile risulta da anni incompiuto e in evidente stato di abbandono o semi-costruzione. Tale situazione viene indicata come fonte di potenziale pericolo per la popolazione, ostacolo alla viabilità e possibile sede di rifiuti e animali.

L'interpellanza

L’interpellanza chiede pertanto al Municipio:

 - Quando è stata fatta l’ultima analisi dei pericoli generati da questo edificio? Quali le risultanze di tale perizia?

- Reputa che la situazione sia ancora accettabile e che l’edificio possa rimanere nelle condizioni attuali senza arrecare danni ai passanti? Se no, perché non si interviene?

- In caso la sicurezza della popolazione non sia più garantita, e valutando l’Art. 21 sopra citato, non si reputa più opportuno farsi carico dei costi di demolizione dell’edificio e cercare di richiederli ai proprietari?

- Esistono i presupposti per un esproprio del comparto per l’attuazione di misure necessarie alla tutela della sicurezza della popolazione? In caso affermativo si potrebbe procedere all'esproprio del sedime riconoscendo un giusto compenso per i proprietari con la dovuta trattenuta dei costi già sostenuti per la messa in sicurezza e quelli per una possibile futura demolizione?

- Sempre nella possibilità di un esproprio, il Lodevole Municipio non reputa fattibile utilizzare questo comparto per la creazione di alloggi a pigione moderata, e di spazi per asili nido?

Il testo è firmato - oltre che da Sara Beretta Piccoli (PVL) - dagli esponenti PLR  Paolo Toscanelli, Rubens Bertogliati, Jean Jacques Aeschlimann, Sebastien Reuille, Petra Schnellmann, Lara Olgiati, Nicola Pult, Andrea Sacha Togni, Valentino Benicchio, Carola Barchi, Laura Méar, Natalia Ferrara e Céline Antonini.