
114 capi predati tra ovini e caprini. È il totale conteggiato fino al 10 luglio dal Gruppo Territorio e Alpeggi per la stagione alpestre 2025. Una cifra ben più alta dei 78 che l’ente ha calcolato tra gennaio e luglio 2022 (tra i peggiori sul fronte predazioni). Una crescita che arriva dopo due anni in calo e che si spiega con un maggior numero di lupi e con alcuni ritorni sugli alpeggi non proteggibili. “I branchi di questo predatore diventano più grandi, più stanziali e più efficaci", commenta ai microfoni di Ticinonews Omar Pedrini, presidente dell’Unione Contadini ticinesi. "Il lupo è un animale intelligente; ha imparato ad aggirare determinate misure di protezione che l’anno scorso hanno funzionato, come rinchiudere gli animali di notte".
Preoccupazione (anche) per i bovini
Preoccupa l’aumento notevole delle predazioni di caprini: 45 - sempre secondo l’ente che racchiude anche l’Unione contadini ticinesi - contro le appena due unità del 2022. Ma il pensiero va alla possibilità che presto possano essere presi di mira i bovini, come già successo nel canton Vaud. “Da noi, al momento, il lupo si limita ancora alle capre e alle pecore, perché ve ne è la presenza", prosegue Pedrini. Tuttavia, "in Leventina la preoccupazione è alta. Nella zona dal Matro alla Val Canaria rimangono tre alpeggi di capre e uno di pecore custodite. Per il resto, troviamo solo bestiame giovane della razza bovina. Il pericolo è quindi dietro l'angolo”.
"È necessario un contenimento del lupo"
Ma il Gruppo Territorio e Alpeggi non manca di bacchettare la politica, in particolare sugli abbattimenti, a suo dire, non sempre assiduamente eseguiti. Il presidente UCT cita l’esempio della regolazione dei branchi di Onsernone e Carvina, arrivata troppo tardi. “Per fare un paragone, nei Grigioni l’anno scorso è stato regolato il 30% degli effettivi dei lupi, mentre in Ticino ci avviciniamo appena al 10%”. Altre misure potrebbero essere messe in atto. “Da anni si parla di poter implementare un sistema di autodifesa con tiri dissuasivi o proiettili di gomma, così come di ottenere maggior fondi che, purtroppo, con il cambiamento di certe regole a livello federale sono diminuiti drasticamente. Ma ciò che è necessario è proprio un contenimento del numero di lupi”, ribadisce Pedrini.
Nessuna replica dal DT
Oggi il Dipartimento del territorio - da noi contattato - non replica, rimandando a un comunicato sul tema del lupo atteso per i prossimi giorni.