Ticino
Predazioni, "la stagione 2025 promette di essere la peggiore mai vista"
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Redazione
7 ore fa
Il Gruppo Territorio e Alpeggi esprime grande preoccupazione per l'aumento del numero di lupi e per l'inefficacia delle misure di protezione adottate. "La situazione è fuori controllo".

“I numeri ci raccontano di una stagione alpestre che si preannuncia catastrofica”. A lanciare l’allarme è il Gruppo Territorio e Alpeggi (GTA), secondo cui l’annata 2025 promette di essere “la peggiore mai vista sul fronte delle predazioni”. “I lupi – si legge in un comunicato – hanno rapidamente imparato a scavalcare le recinzioni e a predare di giorno. La miscela esplosiva dell'aumento stratosferico dei predatori (più che raddoppiati rispetto al 2022) e del loro adattamento alle misure passive di protezione, sta sfociando in un vero e proprio disastro”.

Le predazioni

A destare grande preoccupazione, scrive il GTA, “è l'aumento notevole di predazioni di caprini". Il numero di animali dispersi "ha già superato la settantina. In ben cinque predazioni il numero di capi predati ha oltrepassato la soglia di danno rilevante, che giustifica un abbattimento”. I casi, in questione, in ordine cronologico, sono quelli di Arosio Olivone-Töira, Robiei , Fusio - Mognola e Bosco Gurin.

“Abbattimenti eseguiti controvoglia?”

Per i casi di Olivone e Robiei sono stati emanati i relativi decreti di abbattimento per lupo singolo, tuttavia, “stando alle informazioni pervenute, sembra che l'assiduità con la quale questi provvedimenti vengono eseguiti sia piuttosto carente e pare vi sia una chiara volontà politica di rinunciare al coinvolgimento di cacciatori volontari”. I decreti di abbattimento “sembrano venire concretizzati seguendo il minimo sindacale in termini di dotazione e di battute, mentre sarebbe indispensabile fare appello a dei volontari”.

"Numero di lupi esorbitante"

Rimane la costatazione che il numero dei lupi “è fuori controllo”. Con cinque branchi e sei coppie stanziali e tenendo conto delle relative cucciolate “arriviamo a oltre 70 esemplari, ai quali possiamo tranquillamente aggiungere una decina di esemplari vaganti”. GTA ribadisce che la percezione comune è che “la vera mancanza o addirittura la volontà di non agire sia a livello politico. Le nostre autorità cantonali non hanno mai mostrato robustezza di negoziazione con l'UFAM sulle peculiarità del nostro territorio, in cui tre quarti degli alpeggi non sono proteggibili”. Invece di chiedere le necessarie deroghe “si sono docilmente piegate all'ottusità e alle scarse conoscenze federali delle peculiarità del nostro cantone”. E quanto riguarda il "Piano di emergenza per gli alpeggi non proteggibili", "gli unici a accorgimenti sono rafforzamenti delle misure di protezione notturna, l'ausilio di qualche pastore o lo scarico anticipato. Cerotti su una gamba di legno. Nessuna indicazione di misure attive come tiri di dissuasione o netta determinazione nel voler eliminare i predatori perniciosi".

"Siamo davvero all'ultima spiaggia"

I segnali ricevuti in questi giorni dal Gruppo Territorio e Alpeggi dagli allevatori "sono di preoccupazione, scoraggiamento e sfiducia nelle istituzioni. C'è chi ha già smesso o chi è rassegnato e prefigura un prossimo abbandono, chi è deciso a farsi giustizia da sé e chi ha definitivamente perso la fiducia nei confronti delle autorità e la stima nei confronti dei funzionari incaricati". L'unica soluzione ragionevole di concretizzare una tutela al momento "richiederebbe una virata di 180 gradi con misure che permettessero un drastico ridimensionamento del numero di lupi circolanti". I calcoli, conclude GTA, "ci obbligano a una chiarissima conclusione: se a breve termine non riduciamo almeno di due terzi il numero di lupi stanziali, il futuro della filiera di estivazione degli ovicaprini e dei rispettivi pregiati prodotti è definitivamente segnato".

 

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