Ticino
Potenziare i punti di incontro tra bambini e genitori non affidatari
Foto CdT
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Redazione
4 anni fa
Lo chiede una mozione dell’Udc. Questi servizi hanno poco personale e orari troppo ridotti

Per garantire la vicinanza tra i bambini e il loro genitore non affidatario nel nostro Cantone vi sono dei punti di incontro che fungono da luogo sicuro per potersi vedere. Questo, però, non è sufficiente. A sostenerlo è l’Udc che in una mozione chiede di potenziarli. “Essi fanno il possibile per poter far fronte alle numerose richieste e pianificare il maggior numero possibile di appuntamenti per permettere ai bambini di incontrare il genitore non affidatario”, si legge in una mozione redatta dalla granconsigliera Roberta Soldati e firmata anche da Tiziano Galeazzi, Daniele Pinoja, Paolo Pamini, Sergio Morisoli, Edo Pellegrini e Lara Filippini.

“Queste strutture sono tuttavia confrontate con dei limiti: sia dal profilo del personale (rispetto dei turni di lavoro e vacanze), sia logistico, poiché il numero di locali a disposizione per permettere gli incontri genitore-figlio non sono molti (rispetto delle privacy delle singole fattispecie). Un altro limite è certamente quello della fascia temporale dove il servizio può essere effettivamente attivo. Infatti, dal momento in cui il bambino incomincia a frequentare la scuola, compatibilmente con gli orari di lavoro del genitore, l’esercizio del diritto di visita deve per forza di cosa avvenire entro una determinata fascia oraria”.

Questi fattori potrebbero costituire un deterrente alle visite: “Non di rado viene imposto che l’incontro sia limitato ad 1 ora soltanto ogni 15 giorni e tale modalità resta invariata per numerosi mesi (fino ad arrivare anche ad un anno). A conti fatti, persino certi carcerati vedono più spesso i loro figli”, scrivono i mozionanti.

Queste le loro richieste:

- Fare un’indagine presso tutti i punti di incontro presenti sul territorio ticinese per raccogliere i seguenti dati: numero dei diritti di visita che vengono esercitati presso la struttura, la loro durata e fasce orarie; numero dei servizi di accompagnamento e riconsegna dei minori presso la struttura, tempo impiegato per espletare questo servizio e fasce orarie. L’indagine deve essere effettuata sull’arco degli ultimi 4 anni. Cìò permetterà di comprendere l’evoluzione delle casistiche.

- Pianificare un potenziamento dei punti di incontro (anche mediante una differenziazione dell’offerta dei due servizi – esercizio effettivo del diritto di visita presso la struttura e quello di consegna e riconsegna del minore), ipotizzando altresì, per un contenimento dei costi, una collaborazione con altre strutture e servizi già esistenti sul territorio (es. coinvolgimento dell’assistente sociale comunale o enti privati).

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