Ticino
“Possiamo lasciare il nostro segno”
Domani sarà la Giornata Nazionale di Solidarietà e per questo motivo il presidente Ignazio Cassis invita ad essere solidali verso la popolazione ucraina. “Ci sarà un domani, quando le armi saranno messe a tacere”

La devastante guerra in Ucraina tocca ognuno di noi. Per questo motivo, ha spiegato il presidente del Consiglio federale Ignazio Cassis in occasione della Giornata nazionale di solidarietà che cade domani, “è importante poter contare l’uno sull’altro e mostrare la nostra solidarietà verso la popolazione in Ucraina, colpita così duramente da questo conflitto”.

Domani la giornata nazionale
La Giornata Nazionale di Solidarietà di domani, organizzata dalla Catena della Solidarietà, “dà a tutti noi l’opportunità di farlo”. Cassis ha ricordato che “le nostre azioni fanno la differenza, sono di aiuto, hanno un peso”. Proprio in questo momento uomini e donne muoiono a causa della guerra, i famigliari affrontano il lutto, i feriti soffrono, le madri si disperano, i bambini piangono, le famiglie sono in fuga. “La guerra contro l’Ucraina è un’aggressione a uno Stato sovrano e un attacco alle persone, alle città, alle istituzioni”, ha sottolineato il Presidente. È per questo motivo che con fermezza il Consiglio federale sta dalla parte della giustizia e contro l’ingiustizia; dalla parte dell’umanità e contro la barbarie; dalla parte di una democrazia, attaccata senza motivo.

“Non è indifferenza o passività”
Cassis ribadito la neutralità della Svizzera spiegando che non si tratta di indifferenza o passività. “Non interveniamo militarmente, ma proteggiamo il diritto internazionale”, ha detto. Agire in questo modo “significa essere solidali”. Il ticinese ha detto di essere “molto colpito da quante persone si sono dimostrate pronte ad aprire le proprie porte ai rifugiati e da quante hanno già contribuito con donazioni”. La giornata di domani, dunque, rimette la solidarietà al centro. Infatti, non bisogna cadere “nell’errore di condannare la popolazione russa - anche coloro che vivono vicino a noi - solo per la nazionalità. Sono molti quelli che come noi si battono contro questa guerra e la rifiutano”.

“Ci sarà un domani”
La storia ci insegna che “ci sarà un domani, quando le armi saranno messe a tacere”. La Svizzera offre – ha ribadito Cassis - alle parti in conflitto e alle organizzazioni internazionali “la sua diplomazia e i suoi buoni uffici per raggiungere la pace”.

L’incertezza al momento è grande, non è possibile per il momento valutare quanto durerà la crisi e quali conseguenze dovremo affrontare. Ma “il Consiglio federale attribuisce la massima priorità a questa crisi e, insieme ai Cantoni e ai nostri partner europei, fa tutto il possibile per trovare una soluzione”.

Il discorso di Ignazio Cassis

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